SAMANTA PANELLI
Cultura e spettacoli

Alberto Angela: "Il fascino di Leonardo risiede nell’essere stato fuori dal suo tempo"

Il conduttore di 'Ulisse' racconta le sue suggestioni dopo due giorni di riprese

Alberto Angela a Vinci. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Alberto Angela a Vinci. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Vinci, 10 marzo 2017 - «Libero di testa e di pensiero, Leonardo è stato un faro per l’umanità, pur venendo da una terra dove non c’erano università, al tempo». Non ha dubbi Alberto Angela, conduttore della trasmissione Rai «Ulisse - Il piacere della scoperta». Uno che di storia e di genialità se ne intende, grazie a studi e approfondimenti che fanno parte del suo quotidiano. Del suo essere sempre a caccia di argomenti da proporre al pubblico, che sia da tv o da libreria. Impossibile non chiedergli la sua sul genio di casa a Vinci, dove ha trascorso un paio di giorni di riprese.

Qual è il più grande merito di Leonardo?

«Ha rappresentato la liberazione della mente umana, dopo secoli di smarrimento». Non è certo poco.

Da dove nasce questa attitudine?

«Leonardo è stato un uomo fuori dalla sua epoca. Non era il solo. Faceva parte di una schiera che, tra Medioevo e Rinascimento, ha cercato di aprire la mente e scoprire il mondo. Ma lui è stato totalmente diverso».

In che modo?

«Se esaminava l’anatomia del corpo umano, non lo faceva come Michelangelo per fare meglio statue e quadri, ma per capire come funzionassero le cose».

E’ un simbolo di libertà?

«Sì. Insieme ad altri nel campo dell’arte, della letteratura e così via, comincia a bussare e andare al di là di un mondo senza riferimenti, analfabeta, in cui i libri e la capacità di leggere erano chiusi nelle abbazie. E’ un uomo che in tutti i settori fa gol, dall’arte alla scienza».

Pittore, inventore, studioso: qual è il suo Leonardo preferito?

«Non c’è. A me piace il modo franco, aperto ed esplorativo della mente di Leonardo. Mi piace questo approccio che rifletterà ugualmente l’approccio dell’uomo quando si troverà su altri pianeti. Che in fondo è l’approccio di Ulisse: di fronte all’ignoto trova una soluzione con la razionalità».

Un fuoriclasse?

«Un fuoriclasse, sì. Aiutato secondo me, anche dalla situazione familiare un po’ difficile avuta da bambino. Nessuna educazione rigida, una ‘mancanza’ che gli ha permesso di esplorare il mondo con la sua curiosità non con regole impostegli». Insomma, Vinci ha un suo ruolo in tutto questo.

Lei cosa porta via con sé?

«Genuinità delle persone, accoglienza, umiltà, calore. Ho trovato tutto questo ed è molto raro».