ELENA MARMUGI
Cultura e spettacoli

‘Divine creature’ ai Musei Vaticani

La mostra dei ragazzi dell'associazione 'Noi da grandi'

Una delle opere protagoniste della mostra ‘Divine creature’ (Stranemani International)

Una delle opere protagoniste della mostra ‘Divine creature’ (Stranemani International)

Empoli, 20 gennaio 2018 - Un pullman carico di opere d’arte partirà domani alla volta dei Musei Vaticani. Non sarebbe una novità, se non fosse per un grande ‘dettaglio’: i protagonisti di tele e dipinti saliranno con le loro gambe per andare a presentare lunedì a Roma il progetto fotografico, poi divenuto mostra, ‘Divine creature’. Sono i ragazzi dell’associazione ‘Noi da grandi’, nata nel 2008 per volontà di genitori di ragazzi con disabilità, con l’aiuto e la professionalità dell’ideatore Adamo Antonacci e del fotografo Leonardo Baldini, che hanno letteralmente dato vita a dei quadri famosi raffiguranti capitoli della vita religiosa come, per citarne uno, l’Annunciazione del Beato Angelico. Dieci quadri in tutto, di una carica espressiva e una potenza iconografica stupefacenti (per farsi un’idea basta andare a sbirciare il sito divinecreature.net).

La prima dell’allestimento, con grande soddisfazione dei ragazzi e degli organizzatori (una squadra di grandi professionisti che fanno capo a ‘Stranemani international’ e a ‘Larione 10’), si è tenuta a Firenze, con taglio del nastro al Museo dell’Opera del Duomo a febbraio dello scorso anno. «Un’emozione indescrivibile, i ragazzi hanno visto i cartelloni pubblicitari sugli autobus ed erano increduli – racconta la presidente di ‘Noi da grandi’, Rita Fantoni –. Poi, una volta inaugurata la mostra, la soddisfazione è stata tale che è istintivo pensare che se dai possibilità concreta a questi giovani, se ci metti impegno e attenzione, se rispetti i loro tempi, possono davvero fare cose grandi come questa. Possono fare tutto. Questo progetto ne è la testimonianza tangibile». Nobili intenti si porta dietro questa idea coinvolgente: vivificare le coscienze e continuare a porre in prima linea l’attenzione verso le cosiddette persone più deboli. Capaci però di grandi imprese.