MICHELE BRANCALE
Cultura e spettacoli

Quando Fucecchio "sciolse" Carducci

Per l'inaugurazione del monumento a Giuseppe Montanelli

Il monumento a Giuseppe Montanelli nell'omonima piazza di Fucecchio

Il monumento a Giuseppe Montanelli nell'omonima piazza di Fucecchio

Empoli, 17 luglio 2019 - 17 luglio 1892. Per colui che Carducci definirà “gentilissimo fiore di eroismo”, la piazza municipale di Fucecchio diventa centro invidiabile di grande vitalità. Di fronte al Teatro Pacini viene celebrato, con l’inaugurazione di un monumento, Giuseppe Montanelli, eroe di Curtatone (“dissidente del Risorgimento” per Giovanni Spadolini).

Da Monsummano arriva Ferdinando Martini, ministro della Pubblica Istruzione del primo governo Giolitti, per il quale Montanelli è “esempio mirabile di insegnante che non si appagava nelle dottrine impartite nella scuola ma fuori di essa continuava l’opera sua di ammaestratore con gli aiuti amorevoli e i consigli sagaci”.

Ma per Montanelli si è mosso anche Giosue Carducci, su invito di Alessandro D’Ancona, scrittore, politico, critico letterario e docente all'Università pisana, che diventerà anche sindaco della città dalla torre pendente. Carducci ha fatto sapere di non volere proferire parola: è secco, quasi scorbutico.

A Renato Fucini, che vorrebbe conservare un ricordo del grande poeta, Carducci scrive su un biglietto di carta: “Volevi da me un ricordo di questo giorno? Eccotelo: 17 luglio 1892, Fucecchio”. 

Insomma, un po’ ghiacciolino Carducci. Ma la sera, al banchetto ufficiale, si lascia andare e improvvisa un discorso: “Due memorie della mia fanciullezza mi rimasero e mi rimarranno eternamente sacre nel cuore come quelle che mi appresero e mi predissero molte cose. Io fanciullo vidi Giuseppe Montanelli co’l braccio ferito parlare parole di confidenza e d’amore al popolo di Pisa: lo vidi ancora dal balcone del palazzo di governo di Livorno proclamare la Costituente italiana. Queste due visioni, che io riveggo ancora come presenti, ebbero grandissima parte nella educazione dell’animo mio… bevo ai gloriosi superstiti del 1848, io bevo alla primavera eroica della patria ”.

Grazie a Carducci, divenuto ormai convinto assertore della monarchia, l’Italia savoiarda riguadagna alla considerazione generale il repubblicano Giuseppe Montanelli. “Le feste cittadinesche… - aveva detto Carducci, cedendo finalmente alla convivialità - non saranno mai troppe, quando condotte con questa cordialità, con questa effusione, con questa civiltà toscana, da voi dimostrata, o signori, nella inaugurazione della statua del vostro maggior cittadino”.