Empoli, 14 giugno 2024 – I due sfidanti al ballottaggio di Empoli si confrontano nel dibattito organizzato da La Nazione. Ecco le domande.
Analisi del voto. Come interpreta l’esito del primo turno? Quale conclusione ne trae?
Mantellassi, candidato sindaco del centrosinistra: "Ci tengo a ringraziare tutti i cittadini, i candidati sindaci e quei quasi 12mila elettori che ci hanno dato fiducia. Evidentemente non è stato sufficiente per vincere al primo turno e dunque eccoci al ballottaggio. Abbiamo impostato una campagna elettorale di forte ascolto e prossimità, passo dopo passo, nelle frazioni dei quartieri ascoltando i cittadini zona per zona. Su alcuni temi, come il raddoppio o la vicenda passata dell'impianto di Marcignana sono emersi preoccupazioni forti che non ho ignorato e ho preso atto che quella preoccupazione si è manifestata anche all'interno delle urne. Raccolgo anche le preoccupazione riguardante le antenne di telefonia. In particolare mi soffermo sull'impianto di Marcignana per dire che la contrarietà rimane. Dico che comunque andrà, serviranno cinque anni di lavoro per ricucire una serie di relazioni e rapporti di fiducia con pezzi di città dove evidentemente una frattura c'è stata. Se gli empolesi si affideranno a me prometto questa capacità di ascolto".
Masi, candidato di sinistra e M5S: "Parto da alcune parole del candidato Mantellassi: il fatto che alcune zone della città non hanno riconosciuto un valore a questa amministrazione uscente. Se ci fosse stata più presa di coscienza, il risultato sarebbe stato diverso. Noi ci abbiamo messo 5 anni per ottenere un po' di fiducia dalle persone, ci vuole tanto impegno per instaurare un confronto. E solo così ti viene riconosciuto un valore. Se guardiamo la nostra coalizione è l'unica che in assoluto ha acquistato voti e fiducia, nonostante l'aumento dei non votanti. Si è utilizzato il ruolo istituzionale per fare campagna elettorale eppure la coalizione di centrosinistra ha perso voti. I cittadini sono stati chiari con il loro voto. Noi lo abbiamo detto più volte: non faremo apparentamenti, ma c'è una fetta di elettorato della destra che ha votato un'altra alternativa per vicinanza a quei valori, ma loro vogliono un cambiamento e ci rivolgiamo anche a quegli elettori. La marea nera che avanza non c'è, non c'era prima e non c'è ora. Quindi noi ci rivolgiamo anche a questa fetta di elettorato".
Quale tema del suo programma ha convinto di più e quale ha avuto meno appeal, secondo lei?
Mantellassi: "Riparto dai temi fondamentali: abbiamo messo al centro i temi come Empoli città attrattiva e città del lavoro. Il tema del continuare a investire sulle infrastrutture, il tema della modernizzazione del Terrafino, il tema della flessibilità per portare in questo distretto dei servizi. Empoli è una città dove si investe volentieri e dove gli investimenti possono aumentare. I punti di commercio sono luoghi di socialità, so bene che il commercio è un punto fondamentale. L'altro elemento che deve essere più messo al centro è quello della cultura, spesso la cenerentola dei temi elettorali. Invece noi vogliamo riproporre il patto per la cultura, in attesa del teatro, innalzando anche l'offerta culturale".
Masi: "Ci ha portato a questo risultato non solo quello che c'è scritto sul programma ma anche quello che abbiamo fatto in cinque anni in consiglio comunale. Abbiamo presentato oltre 200 atti, non solo critica ma anche proposte. Quella sul gassificatore è stata la battaglia più importante. E abbiamo affrontato il grande tema della gestione dei servizi pubblici essenziali e del rapporto che un'amministrazione deve tenere con la società. Abbiamo raccolto subito firme contro la delibera della Multiutility, oltre alle antenne e alla questione keu. Tra le prime cose che faremo ci sarà una delibera contro la quotazione in borsa della Multiutility: vogliamo ristabilire un rapporto diverso con Alia chiedendo la revisione del porta a porta in centro storico. C'è bisogno di maggior cura della nostra città: attenzione ai cimiteri, ai plessi scolastici, alle piccole cose".
Il primo turno ha avuto o avrà un effetto sul suo programma elettorale? Gli elettori troveranno elementi di novità? Tagli o aggiunte rispetto al piano iniziale? Se sì, quali?
Masi: "Il nostro programma è chiaro, sia su quello che faremo per la città sia per le idee che abbiamo messo in campo. Se c'è un avvicinamento agli altri candidati? Sono certo che no. Se poi vogliamo andare a vedere se nel programma ci sono aspetti simili credo che ci sono dei temi simili. Ma i programmi erano uno alternativo all'altro. Chi vorrà, confronterà i temi e sceglierà chi lo rappresenta di più".
Mantellassi: "Il programma lo abbiamo presentato ad aprile e lo abbiamo costruito con tante persone che ci hanno chiesto una mano, con tante proposte dettagliate, abbiamo poi costruito una proposta organica e su quello abbiamo fatto la campagna elettorale. Nel tempo lo abbiamo anche migliorato. Su questo siamo d'accordo (con Masi, ndr): non è che negli ultimi 10 giorni puoi modificare il programma in modo spot per esigenze di convenienza. Dobbiamo rispondere con una visione della città, evidentemente gli elettori ci hanno chiesto di spiegarlo ancora meglio, di confrontarci ancora. I fuochi d'artificio sono belli durante il Corpus domini ma in politica non servono, non c'è bisogno di proposte choc. Rispetto agli altri programmi presentati ci sono elementi di raccordo, questa è una cosa positiva e penso che quando saremo in consiglio comunale chiunque sia a governare potrà sfruttare questo elemento. Noi lo abbiamo detto in modo chiaro: investiremo mezzo milione per fare interventi nelle frazioni, zona per zona".
Pensa che dal centrodestra potrebbero votarla? E perché?
Mantellassi: "Dico che dobbiamo uscire dalle categorie, cioé: le persone non appartengono a nessuno, hanno visioni diverse magari dalle mie o da quelle di Leonardo. Semplicemente dobbiamo parlare alla città e spiegare a tutti il programma. Nel primo turno i simboli impattano, stavolta conteranno ancora di più le proposte. Noi abbiamo al centro il tema delle frazioni, dei servizi e mettere al centro l'attrattività delle infrastrutture ma anche con il decoro delle piazze, con supporto al commercio di frazione, con crescita dal punto di vista degli investimenti e dell'innovazione. Abbiamo proposto anche un parco di 20mila metri quadri per dare un polmone verde a un quartiere della città, abbiamo intenzione di investire ancora tanto su viabilità e trasporti. Non mi sentirete dire che ci sono nemici, ma su questi temi siamo pronti a discutere".
Masi: "In questo momento lo scontro è tra Alessio e Leonardo, su chi deve amministrare la città. Si tratta di due candidati che portano dietro di sé non solo la persona ma anche cosa rappresentano. Credo che a noi venga riconosciuta la capacità con cui abbiamo fatto opposizione e di essere stati in strada e di aver discusso il più possibile. L'elettore, anche quello che ha votato la destra, potrà riscontrare che noi non siamo la politica di palazzo. Questo è il punto dirimente"
Capitolo alleanze e apparentamenti. Sì o no, e perché?
Masi: "C'è chi dice che ho abbracciato Poggianti... Lo dico in maniera chiara: noi non facciamo apparentamenti con nessuno. Perché non credo sia giusto nei confronti di chi ci ha dato fiducia. Noi siamo una coalizione di due forze politiche che si erano trovate 5 anni fa e si sono confrontate, abbiamo costruito una coalizione che è cresciuta insieme sui temi e sulle lotte. Cambiare dopo non è rispettoso"
Mantellassi: "No, nessun apparentamento per lo stesso motivo. Su questo siamo d'accordo. Se si guardano i programmi è evidente che ci sono valori diversi. In questa fase bisogna guardare a che cosa farai, che scelte farai, che responsabilità prenderai. Se mettiamo al centro i programmi diciamo che sì ci sono i singoli ma poi fanno la differenza i temi di sviluppo, di vita, di futuro della città su cui siamo chiamato a confrontarci"
Perché gli elettori dovrebbero preferirla al rivale?
Masi: "Io mi conosco rispetto anche al giudizio delle persone esterne. Siamo qualcuno quando gli altri ci riconoscono. Allora dico alcune esperienze personali: io sono diplomato al liceo scientifico ma non mi sono laureato. Ogni tanto mi chiamano dottore e questo mi imbarazza. Qualcuno parla di università della vita... Mio padre era un professore, un uomo di cultura che mi ha trasmesso il rapporto con le persone. Io mi sento un uomo di strada, mi viene raccontato che sono una persona che ha capacità di ascolto non con una classe politica, non con una fetta di popolazione. Io rappresento questo"
Mantellassi: "Uso questo momento per dire da dove vengo e perché mi sento profondamente empolese. A volte sento dire che rappresento il palazzo... Io sono un ragazzo di 28 anni che viene da Ponte a Elsa, faccio l'insegnante precario, ho imparato tante cose anche alla scuola primaria, poi ho fatto servizio civile alla Misericordia. Ho una storia normalissima, di vita quotidiana della città. Credo che l'elemento fondamentale è quello del conoscere la città e non viverla solo in campagna elettorale. Io vivo la città e le frazioni da sempre, lo faccio tutti i giorni"