I tagli pesanti del Governo. Fra polemiche e timori: "Colpiranno i bisognosi"

I dem sulle barricare per gli oltre tre milioni in meno ai Comuni della zona. L’analisi di Torchia: "I sindaci costretti a rivedere anche i servizi essenziali"

Giuseppe Torchia, delegato agli enti locali per la segreteria di federazione del Pd

Giuseppe Torchia, delegato agli enti locali per la segreteria di federazione del Pd

Empolese Valdelsa, 16 luglio 2024 – La batosta da Roma avrà ripercussioni pesanti. Stiamo parlano della sforbiciata che vale tre milioni di euro e spiccioli di fondi in meno che arriveranno dallo Stato ai Comuni della nostra zona: 618mila euro circa complessivamente l’anno per quattro anni. Con Empoli in testa che paga una rata di 161mila euro, seguito da Fucecchio con 81mila, poi Castelfiorentino 62 mila, Certaldo 67mila, Vinci 65mila, Montelupo 54mila, Montespertoli 39mila, Cerreto Guidi 34mila, Capraia e Limite 17mila, Gambassi 15mila, Montaione 19mila. Cosi fino al 2029. Il fulmine a ciel sereno è stato il decreto del ministero dell’interno che procederà a ripartire il taglio alle spese di Comuni e Province previsto dalla legge di bilancio 2024 e che colpirà in particolare i territori che hanno ricevuto più fondi del Pnrr. I dem sono già da giorni sulle barricate.

"Ritorna una stagione che pensavamo fosse definitivamente superata, quella dei tagli del governo al sistema degli enti locali per fare cassa", le parole di Giuseppe Torchia, delegato agli enti locali per la segreteria di federazione Pd. La sua è un’analisi che mette sul piatto sia la scelta fatta dall’esecutivo Meloni, che quello che comporterà.

"Il taglio dei trasferimenti ai Comuni da parte di Meloni, costerà agli 11 Comuni dell’Empolese Valdelsa oltre 3 milioni di euro e costringerà i sindaci a tagliare servizi essenziali o a ridurre i sostegni a favore delle famiglie più bisognose – dice Torchia –. Le risorse sottratte incideranno esclusivamente sulla parte corrente e pertanto saranno parecchio dolorose per bilanci che non hanno più margini di tale spesa perché saturata dalle dinamiche inflattive degli ultimi due anni. Inevitabilmente finiranno per incidere sulle manutenzioni, sulla spesa di personale e sui servizi in genere, in particolare su quelli scolastici".

"Ma la cosa più paradossale è il criterio adottato: i tagli incidono in misura maggiore in quei Comuni che hanno investito di più sulle opportunità offerte dal Pnrr – precisa l’esponente Pd –. In pratica il Governo penalizza gli enti che sono riusciti a mettere a terra le risorse trasformandole in progetti. Infine, posticipare questa decisione a dopo le elezioni, nella speranza di far passare inosservato un taglio così significativo, rivela il cinismo di un governo più preoccupato della propria sopravvivenza che dei cittadini e del territorio". Il principio alla base del decreto, secondo i Dem è sbagliato.

"Oltre al danno c’è anche la beffa: infatti la norma, tiene fuori gli enti in dissesto finanziario, quelli in predissesto e caso strano quelli che abbiano sottoscritto particolari accordi in materia – rileva Torchia – Se può avere un senso escludere le prime due categorie, sulla terza categoria i dubbi sono tanti, perché si tratta di accordi politici la cui disciplina istitutiva non prevedeva in alcun modo questo tipo di beneficio, in aggiunta a quelli espressamente menzionati (contributi straordinari, maggiori poteri fiscali ecc, a fronte di precisi impegni in termini di risanamento)".

Poi un esempio che, in questo clima di timore degli enti per i conti ed i tagli, è benzina sul fuoco: "il Comune di Palermo, governato dal centrodestra, si è risparmiato un taglio annuo di circa 2,5 milioni annui – chiosa Torchia –. Si tratta di una scelta abbastanza stravagante, che evidenzia una disparità di trattamento fra gli enti esentati e tutti gli altri". Due pesi e anche più di due misure, secondo i dem.