Empolese Valdelsa, 25 ottobre 2021 - La battaglia per l’elezione del nuovo segretario regionale del Pd (sarà nel 2022 ma nel partito si sono portati avanti) potrebbe, a meno di fatti nuovi, giocarsi tra due signore della politica toscana di centrosinistra: stando ai sussurri che arrivano dai palazzi della politica ‘dem’, la partita potrebbe vedere affrontarsi l’attuale massima dirigente toscana del partito, l’europarlamentare Simona Bonafè in cerca di riconferma, e il sindaco di Empoli, nonché componente della segreteria nazionale del Pd, Brenda Barnini. Per un partito a cui si rimprovera di aver proposto poche donne come candidate alle recenti amministrative sarebbe una significativa rivincita. Senza dimenticare la vicenda della pattuglia ministeriale del Nazareno per il governo Draghi, in cui le donne proprio non ci sono.
Le due dirigenti rappresentano aree diverse del partito. La prima, Bonafè, più in linea con i renziani che hanno abbandonato l’attuale senatore restando nel Pd, e la seconda più vicina a zingarettiani (il presidente del Lazio l’ha chiamata in segreteria) e seguaci di Letta, l’attuale inquilino del Nazareno che le ha affidato la responsabilità del settore del welfare. L’anno prossimo non vedrà in gioco soltanto la massima poltrona regionale del Pd: si dovranno eleggere anche i segretari di federazione e comunali, con un possibile mutamento delle carte in tavola dal punto di vista del profilo politico. Per rimanere nella nostra zona, c’è da segnalare che l’incarico di capo della federazione dell’Empolese Valdelsa, dovrebbe continuare a essere occupato da Jacopo Mazzantini.
Dal punto di vista politico, la conferma di Bonafè andrebbe nel senso di una continuazione degli attuali equilibri interni, specchio però di un’altra stagione politica, quella precedente all’elezione a segretario nazionale di Zingaretti, mentre l’arrivo di Barnini darebbe l’esempio concreto, anche in Toscana, del cambiamento avvenuto nel Pd con il voto sul presidente del Lazio e dello sviluppo registrato con la chiamata rivolta a Enrico Letta alcuni mesi fa.
Sul fronte locale, se Barnini arrivasse sulla poltrona di segretario regionale non avrebbe certo bisogno di dimettersi da sindaco, mentre, per quanto riguarda l’attuale titolare dell’incarico, se Bonafè perdesse la partita, l’impegno nell’europarlamento rimanente non sarebbe un affronto politico, vista l’attenzione che il Pd presta alla Ue e l’oggettivo peso che per il nostro Paese hanno le questioni che vengono affrontate a Bruxelles.
Dal punto di vista della preparazione politica Barnini ne ha da vendere, visto che, prima di essere eletta sindaco la prima volta, nel 2014, è stata alla guida dei Ds di Empoli e poi del Pd, per successivamente sostituire Giancarlo Faenzi alla guida della federazione del Pd di via Fabiani. E anche come sindaco ha avuto un ruolo importante nel far giocare un peso rilevante sia al Comune che dirige sia al complesso dell’Empolese Valdelsa.
Il fatto che non le manchino capacità politiche è testimoniato poi dal suo incarico nella segreteria nazionale del Pd. Barnini, inoltre, è figlia di quella tradizione politica che da noi portò per la prima volta un sindaco donna in un Comune (a Cerreto Guidi nel 1975 con Nada Parri) e più tardi una pattuglia di prime cittadine che si avvicinò al 50% (5 su 11 nella consiliatura iniziata nel 2005).