
Svizzero naturalizzato albanese. O forse è più corretto sostenere il contrario. Indipendentemente dalle precisazioni sulla sua nazionalità, Nedim Bajrami è senza dubbio l’ultimo talento messo in vetrina dall’Empoli. Fantasista, ma anche seconda punta. Attaccante esterno, ma anche mezzala. La sua caratteristica principale, fin da quando ha cominciato a giocare con la prima squadra, è sempre stata la duttilità.
Sarà per questo che Paolo Zanetti, nel giorno della sua presentazione, lo ha indicato come il giocatore perfetto per il suo modo di intendere il calcio. Grande capacità di aggredire gli spazi, bravo nel dribbling e in fase di assist, ma anche quando c’è da far gol non è uno che si tira indietro. Messa così parrebbe incedibile, ma questo è un concetto che ad Empoli non esiste. E anche un giocatore che l’allenatore ha indicato come fondamentale nel giorno della sua prima conferenza stampa potrebbe partire con l’offerta giusta. Già, ma a che prezzo? Empoli, fin dai tempi di Pino Vitale, è sempre stato un mercato caro. Nell’ultima sessione invernale si parlò di un’offerta di 10 milioni di euro del Sassuolo, ma la verità è che i neroverdi lo avrebbero chiesto al massimo in prestito con diritto di riscatto. Proposta rifiutata. Con un assegno a doppia cifra, vero e non presunto, l’Empoli e il giocatore potrebbero vacillare. Bajrami è stato pagato un milione, quindi la plusvalenza sarebbe importante a prescindere. E anche il suo stipendio, di poco superiore al milione e due, potrebbe non essere un ostacolo insormontabile per una società come la Fiorentina. Cosa serve, dunque? Concretezza, innanzitutto. E tempi rapidi. Perché l’Empoli potrebbe anche essere disposto a vendere, ma non ad aspettare. Rinunciare a Bajrami metterebbe la società in condizione di dover trovare un sostituto all’altezza a poche settimane dall’inizio del campionato. E questo, più delle cifre, preoccupa sia Accardi che Corsi.
Tommaso Carmignani