
C’è tanto Empoli nel Napoli degli invincibili
di Tommaso Carmignani
Lo chiamano il Napoli degli invincibili, ma potrebbero tranquillamente definirla la squadra dei grandi ex azzurri. Perché nell’ossatura della capolista, cioè di quella squadra che si sta avviando senza particolari patemi verso la vittoria del campionato, c’è davvero tanto Empoli. Badate bene: non giocatori banali, né comprimari, ma elementi chiave di una formazione che sta dominando in Serie A e che anche in Champions – come testimonia la bella vittoria ottenuta nella gara d’andata a Francoforte – sembra in grado di spingersi parecchio in là. Da Zielinski a Mario Rui, da Di Lorenzo al tecnico Spalletti: giocatori e allenatori diventati grandi al Castellani e adesso pronti a cucirsi lo scudetto sul petto. Per loro, quella di sabato sarà una gara speciale. Per l’Empoli, al di là dell’affetto che ci sarà nel ritrovarli, una sfida al limite dell’impossibile. Ma la suggestione, quella sì, non sarà banale.
Prendete ad esempio Luciano Spalletti: il tecnico ha festeggiato da poco la sua millesima panchina in carriera e se da un lato farebbe fatica lui stesso a ricordarle tutte, di sicuro non avrà dimenticato la prima. Perché la squadra che decise di scommettere su di lui quando non aveva ancora i titoli per fare l’allenatore fu proprio l’Empoli di un allora giovanissimo presidente Corsi. La C, la B e poi la promozione in A con alcuni dei giocatori che ora sono tra i suoi più stretti collaboratori. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, ma Lucianone, come lo chiama qualcuno, non è soltanto un allenatore che ha allenato l’Empoli. Lui è sostanzialmente nato e cresciuto qui, dove ha ancora interessi, attività, famiglia e amici. Se il Napoli si appresta a celebrarlo come l’allenatore capace di riportare lo scudetto in città trent’anni dopo Maradona, un po’ di merito ce l’ha anche quella società che ha avuto per prima il coraggio e l’intuizione di affidargli una panchina. Tra i grandi ex che sabato arriveranno al Castellani c’è però anche capitan Di Lorenzo, la cui storia sembra davvero tratta da un romanzo. L’Empoli lo ha ripescato dalla Lega Pro quando nessuno sembrava pronto a scommettere su di lui: dalla B alla A, in due anni si è conquistato la possibilità di andare a giocare nel Napoli. Un terzino totale che la società di Corsi ha coccolato, lanciato e valorizzato, un po’ come accaduto per il suo collega Mario Rui. Anche il portoghese, colonna del Napoli, è una scommessa vinta dall’Empoli. In pochi avrebbero pronosticato una crescita così repentina, ma che fosse un giocatore super lo aveva capito anche Sarri, il primo a volerlo fortemente a Napoli. E come dimenticare Zielinski, preso e valorizzato dall’Empoli quando ancora non si capiva se fosse carne o pesce. Se è vero insomma che il probabile scudetto del Napoli sarà figlio dell’intuizione e della programmazione, forse un po’ di merito ce l’avrà avuto anche la società del presidente Corsi. Con queste premesse non è quindi lecito sperare in un po’ di indulgenza da parte della capolista?