
Zaniolo accerchiato da quattro azzurri (stavolta in bianco), sotto Esposito in azione (Gasperini/FotocronacheGermogli)
di Simone Cioni
Per la prima volta in stagione il derby si tinge di viola. Un Empoli dai due volti ha provato nella ripresa a rimettere in piedi una partita compromessa con due errori nel primo tempo, ma non è bastato. Eppure la squadra di D’Aversa aveva approcciato bene la gara, creando subito qualche grattacapo alla Fiorentina, che soffre la pressione alta degli azzurri (in maglia bianca per l’occasione) e sbaglia una gran quantità di uscite dal basso. Se capitan Grassi e compagni sono bravi a costringere i più quotati avversari all’errore, non lo sono altrettanto nell’approfittarne. Il modo ’scolastico’ in cui poi concedono il vantaggio ai ’cugini’ nel loro primo vero affondo fa il resto. La squadra accusa infatti il colpo e poco dopo rischia di nuovo su un colossale leggerezza di Solbakken, che nella propria area si fa soffiare il pallone da Ranieri. Per fortuna dell’Empoli il capitano viola serve in mezzo all’area Beltran invece di tirare con la porta spalancata e Ismajli ci mette una pezza. Una difesa azzurra inspiegabilmente ancora troppo leggera anche nell’occasione del raddoppio, dove al netto della bella rovesciata di Mandragora, concede troppo spazio e tempo al centrocampista di casa per preparare ed eseguire il gesto tecnico. Il resto lo fa l’inconsistenza empolese dalle parti dell’area della Fiorentina, dove a parte una punizione alta di poco di Anjorin e un tiro velleitario dal limite di Grassi, De Gea non corre alcun pericolo. Nonostante i tanti angoli guadagnati, infatti, la squadra di D’Aversa non riesce mai a calciarli con una certa pericolosità.
Nell’intervallo rimangono negli spogliatoi Anjorin, un po’ mancato per quelle che sono le sue qualità, e Solbakken, deciso passo indietro rispetto a quanto fatto vedere a Bologna, per Henderson e Colombo. Ma a cambiare è soprattutto l’atteggiamento dell’Empoli, con Colombo che strappa qualche buon pallone salvo poi mancare della giusta concretezza per trasformarli in azioni da gol. La squadra di D’Aversa contiene comunque meglio le avanzate della Fiorentina e prova ad invertire l’inerzia del match. La scintilla arriva da Goglichidze, che almeno in parte si fa perdonare l’errore in occasione dell’1-0 andando a recuperare palla sulla trequarti offensiva, per poi servirla in mezzo all’area a Fazzini che non sbaglia. Secondo gol consecutivo per il fantasista azzurro, che in questo momento là davanti è quello che sta meglio di tutti. Sono quasi tutti suoi infatti i migliori spunti azzurri.
Dopo il gol che riapre la partita, però, la Fiorentina è brava a controllare il vantaggio gestendo meglio il pallone anche se l’unica vera occasione per chiuderla è un tiro a giro di Gudmundsson ben disinnescato da Vasquez. Nell’ultimo quarto d’ora, poi, D’Aversa si gioca anche la carta Kovalenko, per cui alla vigilia aveva speso belle parole, ed è proprio l’ucraino ad avere sul destro la palla del possibile 2-2, ma la sua conclusione dall’altezza della lunetta esce troppo centrale per impensierire De Gea. Con carattere l’Empoli ci prova comunque fino alla fine, ma non basta. All’orizzonte adesso c’è la Lazio e poi il trittico di gare probabilmente decisivo per le sorti azzurre contro Parma, Monza e Verona. Il secondo tempo del Franchi è sicuramente di buon auspicio, ma quella determinazione va messa in campo per tutto l’arco dei novanta minuti, cercando di eliminare gli errori banali.
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