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Alberto Grassi, capitano dell’Empoli, ha già contribuito a due salvezze nella sua carriera: con la Spal e col Parma
di Simone CioniEMPOLIIn un momento difficile, in cui è necessario mantenere la barra di navigazione dritta, nonostante le onde impetuose, oltre alla capacità di gestione del tecnico diventerà ancor più fondamentale pure l’apporto dei calciatori più esperti. Sia per età, ma soprattutto per numero di partite disputate in Serie A e di un peso specifico importante come quelle che attendono l’Empoli da qui in avanti. A partire da quella di domenica prossima alle 18 al Carlo Castellani-Computer Gross Arena contro l’Atalanta, formazione terza in classifica e di indubbio valore sia per qualità del gioco espresso che per la presenza nelle proprie fila di giocatori di assoluto livello, ma che a sua volta qualche problemino ce l’ha e non sta certo vivendo giorni sereni dopo l’eliminazione dalla Champions League: vedi la diatriba tra Gasperini e Lookman, col nigeriano che ha risposto con un post Instagram alle parole del suo allenatore.
D’altra parte gli azzurri non sono nella situazione di poter guardare in faccia a nessuno, c’è necessità di punti e, come ha sempre fatto dall’inizio del campionato, la squadra di D’Aversa dovrà scendere in campo per cercare di farne contro chiunque. Proprio per questo servirà però la capacità di gestire un momento così frustrante, in cui nonostante le buone prestazione i risultati non arrivano. Situazione in cui inevitabilmente i più giovani, tanto per un discorso anagrafico quanto per esperienza nel massimo campionato italiano, possono avere qualche difficoltà in più. Serve insomma l’esempio di chi ha vissuto sulla propria pelle una salvezza ‘sofferta’ come quella dello scorso anno, vedi Ismajli (111 ‘gettoni’ in A e salvezza combattuta anche a Spezia), Pezzella (169 partite e salvezza conquistata con le ‘unghie e con i denti’ pure a Lecce), Gyasi (166 incontri vincendo la lotta per non retrocedere anche a Spezia), Grassi (206 presenze e traguardo sofferto con Spal e Parma) e Maleh (106 match e situazione già vissuta anche a Lecce). Ma anche dei vari Silvestri (165 presenze in A) e De Sciglio (204 gare).
Calciatori che dovranno caricarsi sulle spalle il gruppo cercando di alleggerire la pressione sui più giovani, tanto durante la settimana per mantenere alta la convinzione nel lavoro quotidiano quanto in campo per trasmettere a tutta la squadra quella voglia e determinazione di non mollare mai, fino all’ultimo centimetro prima del traguardo. Voglia che per altro la squadra finora ha sempre dimostrato, tanto che la fiducia in un cambio di rotta sta proprio nel fatto che l’Empoli è una squadra viva, che gioca e crea qualunque sia l’avversario di fronte. Dai giovani e dai giocatori con più qualità e personalità ci si attende invece quella scintilla necessaria per avere finalmente qualcosa a cui aggrapparsi per cambiare inerzia ad una stagione che si è andata via via complicando.
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