SIMONE CIONI
Sport

Parla Salvadori, eroe della prima promozione: "Lavorare con ottimismo per ripartire subito"

152 presenze con la maglia azzurra, l’ex si dice fiducioso: "D’Aversa ottimo allenatore, Gemmi se ne intende: usciremo da questo pantano"

Andrea Salvadori è uno degli eroi della prima storica promozione in A del 1986

Andrea Salvadori è uno degli eroi della prima storica promozione in A del 1986

di Simone Cioni

Empolese doc e protagonista con la squadra della sua città in tutte le categorie professionistiche (152 presenze e 4 gol), Andrea Salvadori è uno degli eroi della prima storica promozione in A del 1986 con annessa salvezza e, sempre legatissimo ai colori azzurri, è fiducioso su questo primo momento di difficoltà della squadra di D’Aversa. "Se ad inizio anno ci avessero detto che a questo punto del campionato l’Empoli avrebbe avuto questi punti ci avremmo messo tutti la firma – chiosa l’ex difensore azzurro –. D’Aversa ha dimostrato di essere un ottimo allenatore, Corsi è un presidente con la testa sulle spalle e il diesse Gemmi è uno che se ne intende di calcio, ho massima fiducia che tutti insieme riescano a togliersi da questo pantano. Del resto, tolti i primi venti minuti della partita con il Lecce, finora l’Empoli si è sempre dimostrato organizzato e applicato".

Secondo lei cosa può aver determinato il brutto approccio con il Lecce? "La squadra è apparsa disorientata, soprattutto in difesa che invece è sempre stato il suo punto di forza. Comunque se andiamo ad analizzare la partita nel suo complesso, vista la parte finale del primo tempo e la prima metà della ripresa l’Empoli tutto sommato non ha meritato di perdere".

Cosa serve ora per riprendere il cammino? "Solo ritrovare un po’ di tranquillità e mantenere l’identità mostrata finora. Lavorare con ottimismo e far giocare chi sta bene fisicamente. Capisco che l’Empoli ha una sua base di formazione, ma ha anche ragazzi che quando sono stati chiamati in causa hanno dimostrato di saperci stare. Anche gli infortuni poi hanno inciso molto e in questo momento la rosa non è molto lunga".

Secondo lei quali devono essere le priorità sul mercato? "Serve sicuramente un attaccante, ma questo lo sa anche la società e credo che si stia muovendo in tal senso. Poi chiaramente c’è da fare i conti con i costi dei giocatori e delle possibilità del club, che ha però già dimostrato di saper scegliere i profili giusti, come Anjorin: in questo momento il centrocampista inglese è fondamentale e speriamo che rientri presto. Poche squadre hanno un giocatore con le sue qualità".

Da difensore cosa ne pensa del trio azzurro Goglichidze, Ismajli, Viti? "Sono tutti e tre molto bravi, il giovane georgiano è stata un’autentica scoperta perché non sapevamo potesse essere così forte, mentre Viti lo conoscevamo, aveva solo bisogno di un ambiente ideale com’è quello in cui è cresciuto per tornare a mostrare tutte le sue qualità. Ismajli è diventato un vero leader e sta giocando senza dubbio la sua miglior stagione".

All’orizzonte ora c’è la proibitiva trasferta di Milano contro l’Inter, squadra che rievoca comunque anche bei ricordi come il primo successo azzurro in Serie A... "È vero, quello contro l’Inter di Rumenigge fu l’esordio che ognuno di noi poteva solo sognare, a dimostrazione che nel calcio non c’è niente di scritto. Certo l’Inter è una squadra fortissima e se gioca al massimo ha valori superiori all’Empoli, ma gli azzurri devono farsi trovare pronti ad approfittare di ogni minima occasione perché in queste partite te ne può capitare una, massimo due. Certo, servirà massima concentrazione e applicazione dal primo minuto e non dal ventesimo come contro il Lecce".

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