TOMMASO CARMIGNANI
Sport

Un passo verso la meta

L’Empoli non va oltre il pareggio. Ma la zona rossa è a meno undici

di Tommaso Carmignani

Ancora una volta – e non è la prima – la cosa più bella è il risultato. Con il punto guadagnato col Verona gli azzurri salgono a quota 33, con un distacco di undici punti sulla zona retrocessione. Anche al netto della gara che deve recuperare il Venezia, il bottino a otto giornate dalla fine è cospicuo. Consente agli azzurri di archiviare con il sorriso l’ennesima gara complicata e scorbutica, contro un avversario forte e ben messo in campo come il Verona di Tudor. Gli scaligeri, salvi da settimane, hanno il beneficio di giocare liberi di testa, ma anche la qualità e la forza per mettere in pratica dal primo al novantesimo i dettami del proprio allenatore. L’Empoli, invece, sta tutto nella fotografia che il tecnico fa a fine gara: "Non abbiamo fatto abbastanza per vincere la partita". Sì, è esattamente questo ciò che accade al Castellani, dove accanto a un primo tempo gagliardo e ben giocato c’è una ripresa in cui vengono fuori tutti i problemi – e le magagne – che Pinamonti e soci si portano dietro da un po’. Dal peso di una vittoria che non arriva da quasi quattro mesi ad una condizione psicofisica non propriamente ottimale, passando per qualche giocatore, tipo Bajrami, che sembra sempre più lontano parente rispetto a quello ammirato nel recente passato. Nel match coi veneti c’è questo e anche altro, come qualche scelta di Andreazzoli a gara in corso non propriamente azzeccata – il passaggio al 4-4-2 – e la sfortuna che ti fa capitolare sul gran gol di Cancellieri dopo che Simeone aveva sbagliato per ben due volte un calcio di rigore, concesso per fallo di Parisi su Caprari e fatto ripetere dopo la parata di Vicario per l’entrata anticipata in area dello stesso terzino.

Detto questo, però, conviene registrare anche un altro aspetto estremamente positivo che va oltre il risultato. L’Empoli, da qualche settimana, ha capito che per fare punti bisogna prenderne meno ed è esattamente quello che sta facendo. La squadra sarà anche meno spumeggiante là davanti, ma dietro concede pochissimo e i mattoncini che pian piano sta mettendo insieme sono anche quelli che poi, sommati a fine stagione, faranno con ogni probabilità la differenza nella conquista della salvezza.

Sulla gara, poco da dire. Andreazzoli rispolvera Di Francesco dal primo minuto e la scelta si rivela indovinata, perché il figlio d’arte, innescato da un rigenerato Pinamonti dopo una bella azione corale a sinistra, si vendica dell’esonero del padre da Verona a inizio stagione mettendo la palla alle spalle di Montipò. Gli azzurri non sono straripanti, ma dietro non concedono nulla. E così Tudor, che si presenta al Castellani pieno zeppo di assenze, capisce che per rimetterla in piedi deve osare. Il tecnico veneto pesca dal mazzo la carta Cancellieri, una mossa che alla lunga si rivelerà vincente. Perché il giovane esterno a sinistra fa il diavolo a quatto, semina scompiglio e segna da 35 metri un gol eccezionale. Prima c’era stato il curioso episodio del rigore, parato da Vicario e fatto ripetere dall’arbitro per l’ingresso anticipato in area di Parisi. Nel finale, invece, tanto Verona e poco Empoli. Andreazzoli, allora, capisce che bisogna difendersi e come a Genova inserisce Tonelli. Il muro resiste, Barak sfiora il palo con un colpo di testa nel finale ma una vittoria ospite sarebbe stata davvero troppo.