
Paolo Zanetti nuovo allenatore dell’Empoli
Recentemente convolato a nozze con Alice Giacoletti, a breve Paolo Zanetti apporrà anche quella fatidica firma che ufficializzerà il matrimonio sportivo con l’Empoli. Come ripetiamo da giorni, infatti, l’ex tecnico del Venezia è stato scelto dalla dirigenza azzurra per prendere il posto dell’esonerato Aurelio Andreazzoli, che sabato ha incontrato lo Spezia: è in ballo con Gotti e potrebbe far risparmiare all’Empoli mezzo milione di euro di stipendio. Zanetti (che dovrebbe guadagnare tra i 700 e gli 800mila euro netti a stagione per due anni più uno) dunque tornerà a Empoli a distanza di 16 anni dall’esperienza da giocatore con 52 presenze tra il 2003 e il 2006, la vittoria del campionato di B 2004-05 e la conquista della salvezza nel successivo torneo di A.
Proprio in quel periodo è nata l’amicizia con Francesco Pratali, 144 presenze in azzurro, che compone un ritratto del futuro allenatore dell’Empoli: "Giocava mediano e fin da quei tempi si vedeva che era una sorta di allenatore in campo – esordisce l’ex difensore – Nella stagione in cui vincemmo la B con Mario Somma in panchina abbiamo instaurato un gran bel rapporto, che abbiamo coltivato poi anche nei tre anni passati insieme al Torino. Per diverse stagioni siamo stati pure compagni di stanza durante il ritiro estivo pre-campionato e per me Paolo è uno dei pochi amici veri che ho nel mondo del calcio. Ci frequentiamo anche con le rispettive famiglie e proprio in questi giorni ero al suo matrimonio".
E nel ruolo di allenatore come possiamo inquadrarlo?
"Data la nostra amicizia ho avuto modo di seguirlo fin dai primi passi nella Reggiana, dove dopo l’anno da vice in prima squadra, ha allenato la Berretti. Ho assistito a diversi suoi allenamenti e mi ha stupito per i metodi di lavoro e per quanta attenzione mettesse nella cura dei dettagli. Ecco, sicuramente è più un allenatore di campo, che un gestore di gruppi e credo che Empoli sia stata la scelta giusta, perché questa piazza ha dimostrato di poter essere un bel trampolino di lancio anche per gli allenatori. E se parliamo di tecnici giovani ed emergenti Paolo è sicuramente il più bravo insieme a Dionisi e Italiano".
È un predestinato?
"Glielo ripetevo fin dai tempi della Reggiana, come per altro la sua carriera ha poi confermato. Ha fatto bene al Sud Tirol, sfiorando la B, è stato esonerato ad Ascoli ma con la squadra a un punto dai play-off per la A e a Venezia è riuscito a centrare una promozione su cui a inizio anno nessuno avrebbe scommesso".
Anche per l’Empoli Zanetti può essere la scelta giusta?
"Empoli è una piazza che permette di esprimersi al meglio e Paolo è un allenatore che, a differenza di molti, sa adattare il modulo alle caratteristiche dei propri giocatori. Se il direttore riuscirà a mettergli a disposizione una squadra giusta penso possa fare davvero bene. Tra l’altro come ha dimostrato l’ultima stagione a Venezia, dove è stato costretto a imparare bene l’inglese per dirigere gli allenamenti visti i tanti stranieri in rosa dei lagunari, si tiene in continuo aggiornamento per poter lavorare al meglio. E poi, senza fare nomi perché non mi sembra corretto, ha rifiutato altre tre o quattro richieste da società importanti della massima serie, perché ritiene Empoli lo step giusto per la sua crescita".
Fuori dal campo che tipo è?
"È un ragazzo con dei principi importanti, molto legato alla famiglia ed è proprio per la condivisione di certi valori che il nostro rapporto di amicizia si è sviluppato spontaneamente. Come tecnico è anche molto ambizioso e, ripeto, proprio per questo ritengo che Empoli possa rappresentare un passo decisivo per la definitiva esplosione della sua carriera".
Simone Cioni