Firenze, 12 novembre 2024 – Era il 12 novembre del 2012 quando l’alluvione devastò Albinia (Grosseto) e gran parte della zona sud della Maremma provocando sei morti. Quel giorno il fiume Albegna ruppe l'argine poco dopo passata la mezzanotte poco a sud della Marsiliana. A franare sotto il peso di milioni di ettolitri di acqua che scorrevano violentemente verso valle dopo le piogge incessanti di quei giorni, fu lo spaltone di Quarto Albegna, a sud del Ponte di Sant’Andrea che poi crollò.
Fu un attimo. Tutta la piana della Marsiliana fu invasa da circa un metro d'acqua e fango. Acqua che in poco meno di un'ora raggiunse Albinia che aspettava da tutto il giorno che qualcuno passasse almeno ad avvertirli di quello che sarebbe potuto succedere. L'acqua limacciosa 'corse' veloce lungo la Maremmana e, sull'Aurelia, incontrò un ostacolo imprevisto, ovvero il new jersey di cemento armato che divide le corsie: l'acqua invece di scorrere verso la laguna tornò indietro e invase il paese.
Sott'acqua finirono il campo sportivo, le scuole, tutte le attività commerciali del paese. Senza dimenticare i quasi settecento sfollati che trovarono rifugio al palazzetto dello sport di Orbetello perché le loro case, tutte quelle che si trovavano ai piani bassi, furono coperte dal fango del fiume. Giorni intensi, di solidarietà totale: ad Albinia confluirono da ogni parte della Maremma (e non solo) ragazzi e ragazze, che per il solo spirito di volontariato, aiutarono a spalare il fango. Maurizio Costanzo