{{IMG_SX}}Firenze, 7 marzo 2008 - "Nelle accuse rivolte al marito da Mariella Ciulli"-, ex moglie di Francesco Calamandrei, 66 anni, ex farmacista di San Casciano, a giudizio con l'accusa di essere il mandante degli ultimi quattro degli otto duplici omicidi legati al 'mostro di Firenze', -"non esistono elementi di realtà, è solo una ricostruzione patologica'' che solo l'accusa giudica "credibile".

 

A dirlo è il legale di Calamandrei, l'avvocato Gabriele Zanobini, riferendosi a perizie e a testimonianze raccolte durante le indagini, tutti documenti agli atti del processo. "Mariella Ciulli - oggi interdetta sulla base di perizie psichiatriche - sin dal 1985, poco prima del momento della separazione con l'ex farmacista di San Casciano, aveva accusato l' ex marito di essere legato ai delitti del mostro. Nel 1988 raccontò ai carabinieri che l'ex marito conservava in casa una pistola e qualcosa che aveva a che fare con i duplici omicidi. Una successiva perquisizione nell'abitazione del farmacista ebbe esito negativo. Nel 1991 la donna scrisse un memoriale nel quale affermava che il marito era ''un soggetto malato, rovinato dalla frequentazione di un certo gruppo di persone''.

 


Per dimostrare che quei racconti erano "deliri farneticanti'', il legale della difesa ha ricordato che, nel dicembre del 1991, la donna disse a un prete che l'ex marito, insieme all'allora procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna - magistrato che indagava sui delitti del mostro - stava preparandosi a compiere un nuovo duplice omicidio, tanto che, sempre secondo la donna, i due, dopo aver individuato un luogo in cui una coppietta era solita appartarsi, erano pronti a colpire. Secondo l'avvocato Zanobini, se l'accusa giudica credibili i racconti dell'ex moglie di Calamndrei, ''devo pensare che qui c'è un imputato di pietra''.

 

Il processo riprenderà il 25 marzo.