MAURIZIO COSTANZO
Firenze

27 dicembre 1923, 100 anni fa moriva il papà della Torre Eiffel. La sua storia

La vita e le curiosità dell’uomo che cambiò il profilo di Parigi per amore di una donna. Sapete che il successo pubblicitario della Torre Eiffel si deve a un fiorentino?

Una scena del film Eiffel (foto Ansa)

Una scena del film Eiffel (foto Ansa)

Firenze, 27 dicembre 2023 - Se il padre Alexandre non avesse cambiato provvidenzialmente il cognome, oggi a Parigi svetterebbe la Tour Bonickhausen, e per i francesi sarebbe un bel problema conciliare la grandeur con una parola spiccatamente tedesca proveniente dalla Renania. Se il figlio Gustave si fosse intestardito a fare il chimico, la Ville Lumière sarebbe paesaggisticamente un’altra cosa e miliardi di cartoline e fotografie non avrebbero riprodotto una torre di ferro dalla sagoma inconfondibile e tipica. Per fortuna o per lungimiranza Alexandre Boenickhausen adottò ufficialmente il nomignolo di Eiffel col quale veniva chiamato nell’Armée di Napoleone (anche se sarà ufficializzato solo nel 1879) e il primogenito Gustave, venuto alla luce a Digione il 15 dicembre 1832, sarebbe divenuto universalmente noto per la sua “creatura” – la Torre Eiffel - destinata in origine a essere smantellata dopo l’esposizione universale del 1889. La forza del destino decise altrimenti nei bivi della vita. Eiffel doveva infatti lavorare come chimico nella fabbrica di vernici dello zio Jean-Baptiste Mollerat, ma un litigio familiare dalle venature politiche (Alexandre era ovviamente bonapartista, l’altro repubblicano) gli chiuse quella via. Era entrato quindi in contatto con l’ingegnere Charles Nepveu che costruiva macchine a vapore e materiale ferroviario il quale l’aveva nominato capo progettista nel 1857, quando firmò il primo progetto: il Ponte di Bordeaux in ferro, lungo 500 metri. Aveva solo 25 anni.

Nel 1864 creava una propria società e nel “decennio della gloria” 1870-1880 la Compagnie Eiffel aveva una solida reputazione in termini di qualità e innovazione, in tutto il mondo, considerato pure che tutta l’ossatura di contenimento della Statua della Libertà a New York, progettata per sostenere l’immane peso della scultura di Frédéric-Auguste Bartholdi altrimenti irrealizzabile, era opera sua, come ponti, viadotti e persino la stazione centrale di Budapest. Il progetto della Tour è del giugno 1884, il cantiere viene aperto il 28 gennaio 1887. I lavori durano 2 anni, 2 mesi e 5 giorni e l’inaugurazione avviene il 21 marzo 1889, con lo stesso Eiffel che posiziona in vetta il tricolore francese dopo aver salito i 1.710 scalini che scandiscono i 300 metri di altezza che fino al 1929 ne faranno l’edificio più alto del mondo. Nonostante le immancabili critiche, il successo è immediato, con due milioni di visitatori durante l’Expo che celebra il primo centenario della Rivoluzione francese. Già previsto che al massimo dopo 20 anni la torre sarebbe stata smontata per recuperare 7.300 tonnellate di ferro, ma poi si era dimostrata utilissima, se non indispensabile, per le trasmissioni radio e le telecomunicazioni. Ed è ancora lì, e non solo per l’avvento della tv e di internet. La Tour Eiffel diventerà uno straordinario e irripetibile strumento pubblicitario grazie all’intuizione di un fiorentino trapiantato in Francia, Fernando Jacopozzi, considerato da tutti "il mago delle luci". Fu lui a ricordarsi di André Citroen, che aveva conosciuto casualmente al Ministero della guerra nel 1914, e a fargli nel 1922 la proposta di realizzare un progetto di illuminazione della torre con 200.000 lampadine.

Saranno quelle luci a indicare a Charles Lindbergh la meta della prima trasvolata atlantica in solitaria e a far posare le ruote dello Spirit of St. Louis sulla pista dell’aeroporto di Le Bourget la sera del 21 maggio 1927, alle ore 22.22, dopo 5.790 km, 33 ore, 30 minuti e 29 secondi di volo. Gustave Eiffel era morto novantunenne per ictus quattro anni prima, il 27 dicembre 1923, nella sua casa parigina al civico 1 di rue Rabelais, dove si era ritirato vivendo gli ultimi tempi accanto all’amata figlia Claire. La sua torre era già per tutti sinonimo di Parigi e di Francia. Altra curiosità, Mentre Eiffel elabora il progetto del monumento che cambiò Parigi per sempre, ritrova una misteriosa donna conosciuta in passato. La passione perduta e proibita gli fornisce l'ispirazione per realizzare la torre che, non è forse un caso, a Parigi è anche conosciuta come la Dama. Nasce oggi Gerard Depardieu nato il 27 dicembre del 1948 a Chateauroux. Venne al mondo nei grandi boschi sulla valle della Loira, nel paesino messo a ferro e fuoco nel 1356 dal Principe Nero. Da qui un soprannome che starebbe bene anche al celebre attore, dalla personalità controversa e focosa. Figlio di un fabbro e di una casalinga, studente ribelle e poi autodidatta, spedito per breve tempo in un riformatorio a 15 anni, arriva a Parigi dopo aver fatto il contrabbandiere, il giocatore di calcio, il tipografo, e trova quasi per caso la sua strada iscrivendosi a un corso di recitazione. È stato per decenni la "Marianna" al maschile del cinema francese. Ha detto: “I personaggi che interpreto non mi piacciono mai davvero se non dopo un certo periodo di tempo”.