REDAZIONE FIRENZE

3 novembre 1914, Mary Phelps Jacob inventa il reggiseno

Da quel momento le donne hanno smesso di sopportare scomodi sistemi di contenimento come corsetti e stecche di balena

Affreschi dell'antica Roma (foto Ansa)

Firenze, 3 novembre 2023 - Cosa unisce la ricca New York di inizio Novecento con il fascino dei mosaici di piazza Armerina? Gli show provocanti di Madonna e Lady Gaga con le morbide seduzioni da bistrot e le sfilate in passerella di intimo? Due pezzettini di stoffa tenuti insieme da elastici inventati dalla giovane ereditiera Mary Phelps Jacob il 3 novembre del 1914. Fu lei a brevettare il Backless Brassiere, primo modello di reggiseno della storia, che cambiò non solo il modo di vestire delle donne, costrette fino a quel momento a sopportare scomodi sistemi di contenimento come corsetti e stecche di balena, ma anche il costume, i canoni di seduzione, i meccanismi di protesta e il quotidiano collettivo.

Un secolo di storia vissuto attraverso l’evoluzione di quei due pezzetti di stoffa cuciti insieme per ‘’poter indossare un abito scollato e trasparente senza mostrare il corsetto sottostante’’, come spiegò candidamente la Phelps. Una trovata della quale la nipote di Robert Fulton, inventore del battello a vapore, intuì immediatamente il potenziale rivoluzionario: "Non posso dire che il reggiseno cambierà il mondo come il battello a vapore del mio antenato, ma quasi", dichiarò presentandolo. Nasce oggi Monica Vitti nata il 3 novembre del 1931 a Roma. È una di quelle attrici che anche oggi rendono immortale il cinema italiano nel mondo. Cresciuta in Sicilia prima della guerra a causa del lavoro del padre (ispettore al commercio), innamorata della recitazione fin dall'adolescenza (quando metteva in scena spettacolini casalinghi per distrarre i fratelli dagli orrori delle bombe negli ultimi anni di guerra), si diplomò nel 1953 all'Accademia d'arte drammatica sotto la guida di Silvio d'Amico e con un maestro-sodale d'eccezione come Sergio Tofano. C’erano già tutti i segni della sua duttilità d'interprete: il primo la spinge in palcoscenico per affrontare grandi ruoli drammatici (Shakespeare, Molière, "La nemica" di Nicodemi con cui conquista il pubblico), il secondo la porta a liberare la sua verve istrionica nella riuscita serie di commedie ispirate al personaggio del Signor Bonaventura, allora popolarissimo eroe dei fumetti. Ben presto diventerà una diva internazionale grazie a titoli indimenticabili. Tutti i grandi registi internazionali la vogliono anche perché oltre a un volto bello e misterioso sfoggia una voce roca e pastosa che (proprio come Claudia Cardinale negli stessi anni) affermando una diversità dalla scuola tradizionale di dizione. Eppure la cappa della donna misteriosa e algida non faceva per lei, proprio come l'immagine di star distante e inconoscibile. Decide allora di dare un taglio alla sua immagine più consolidata e abbraccia l'idea della commedia grazie a Mario Monicelli che la vuole protagonista de La ragazza con la pistola. Il successo è popolare, immediato, contagioso, ieri come ai nostri giorni. Maurizio Costanzo