
Enrico Brignano
Firenze, 5 marzo 2025 - Enrico Brignano torna con uno spettacolo della grande tradizione targata Garinei e Giovannini: porta in scena, infatti, “I sette re di Roma”, la leggenda musicale scritta da Gigi Magni e musicata da Nicola Piovani nel 1989. Lo storico spettacolo racconta la storia dei mitici sette re all'origine della fondazione della capitale in un rocambolesco alternarsi di travestimenti, canzoni, balli e vicende più o meno note.
L’attore ripropone questo grande classico, che è di scena al Teatro Verdi di Firenze dal stasera al 9 marzo, cercando un equilibrio tra la tradizione e i tempi moderni, con un adattamento rispettoso del precedente ma sicuramente più corrispondente al gusto-e ai tempi-di oggi. I mitici sette re all’origine della fondazione di Roma si susseguiranno, in un rocambolesco alternarsi di travestimenti di Brignano, tra canzoni, balli e vicende più e meno note, riconducibili agli albori della storia. Tra mito e realtà, affiancato da Simone Mori nel ruolo di Giano, un po’ Dio e un po’narratore, Brignano ci riporterà indietro nel tempo insieme a una compagnia giovane e brillante, per mostrare che in fondo, per quanto i tempi cambino, la natura dell’uomo resta sempre la stessa e, a distanza di secoli, ciò che persegue è ancora l’ideale di libertà che rende una vita degna di essere vissuta.
Sul palco, insieme a Brignano, anche Pasquale Bertucci, Lallo Circosta, Giovanna D’Angi, Ludovica Di Donato, Michele Marra, Ilaria Nestovito, Andrea Perrozzi, Andrea Pirolli, Emanuela Rei ed Elisabetta Tulli ed i Solisti Andrea Baldini, Luigi D’Aiello, Michela Delle Chiaie, Ilaria Leone, Lorissa Mullishi, Raffaele Rudilosso, Marco Stella e Camilla Tappi." Questo spettacolo, che reputo il più impegnativo della mia carriera interpretando 11 personaggi diversi e mantenendo la regia originale di Garinei, è un omaggio a Proietti, a Magni, a Piovani, a Garinei, alla Capitale", sottolinea Brignano, che cura la messa in scena, mentre l'adattamento al testo è curato da Manuela D'Angelo.
"Ricordo che noi giovani attori del Laboratorio di Gigi, appunto 35 anni fa, eravamo estasiati da questo show e lo imparammo tutti a memoria, in una vera fase di innamoramento del teatro e del nostro Maestro". Certo i tempi sono cambiati: "E difatti questa rappresentazione vuole essere sì un omaggio, ma non una copia, a partire da una mia rilettura personale delle scene e dei contenuti. Alcuni riferimenti andati in scena 35 anni fa oggi non sono più percorribili, o magari ce ne sono altri da aggiornare".
Maurizio Costanzo