MAURIZIO COSTANZO
Firenze

7 marzo 1969: Golda Meir, la donna ucraina che divenne Primo Ministro di Israele

Statista dal pugno di ferro, leggendaria come il pranzo con cui accolse il potente segretario di stato Usa Henry Kissinger intenzionato alla guerra: sapete da chi lo fece preparare?

Golda Meir (foto Ansa)

Firenze, 7 marzo 2024 - Scorrendo la Dichiarazione di Indipendenza di Israele del 1948 c’è una firma: è di una donna, Golda Meir. Era il 7 marzo del 1969 quando la leggendaria statista dal pugno di ferro venne eletta Primo Ministro di Israele. Un giorno storico, dal momento che si trattava della prima - e finora unica - donna che, nello Stato di Israele, si trovava a ricoprire tale carica. Il suo governo doveva essere di transizione e di unità nazionale, tuttavia lasciò il segno, perché si trovò ad affrontare situazioni difficili come la guerra del Yom Kippur e l'attentato di Monaco.

Oggi risulta difficile separare la vita di Golda Meir da quella di Israele. Difficile perché sono state - e lo saranno sempre - un tutt'uno sia nella realtà della storia sia nell'immaginario collettivo. "Nulla accade per caso. Devi avere il fegato di resistere agli ostacoli e superarli. Devi lottare". In queste parole c'è quasi tutto di Golda Meir, nata Golda Mabovic a Kiev in Ucraina il 3 maggio del 1898. Una frase che non racchiude solo l'aspetto politico, visto che Golda, nella lunga militanza prima e dopo la nascita di Israele, dovette confrontarsi con un mondo quasi totalmente maschile, i cui rappresentanti erano uomini coriacei come il padre della patria David Ben Gurion o di giovani allora emergenti come Shimon Peres.

Ma anche quello personale, dove il lato femminile non divenne mai accondiscendente con lo stereotipo imposto dal maschilismo dominante. Golda - pur non rinunciando mai al suo essere donna - non si fece dettare né tempi né mode ma seguì i suoi. Spesso le riunioni di governo - anche le più drammatiche - si svolgevano nel salotto della modesta casa che occupava, dove personalmente offriva tè e pasticcini. Quando accolse Henry Kissinger - potente segretario di stato Usa che voleva sminare la devastante controffensiva israeliana dopo l'attacco siro-egiziano nella Guerra di Kippur - Meir lo intrattenne a pranzo con un pesante pasto dell'est Europa.

E fece capire al riluttante e salutista politico americano che ad averlo preparato era stata una sopravvissuta alla Shoah. Avrebbe accettato Kissinger - ebreo scappato dalla Germania nazista negli anni '30 - che Israele si sarebbe dovuto fermare davanti alle armate del Cairo e di Damasco senza più i rifornimenti Usa, esponendo di nuovo la cuoca in 'Eretz Israel' (La terra di Israele) a ciò che aveva passato durante la Shoah? La determinazione di Golda non si fece mai scalfire, tuttavia il suo destino politico era segnato: la leggendaria signora di Israele scivolò via dal potere nel 1974 per spegnersi, oramai malata da tempo di leucemia, a Gerusalemme l'8 dicembre del 1978.

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Alessandro Manzoni nato il 7 marzo del 1785 a Milano. La grandezza dell’opera di uno dei padri della letteratura italiana sta nel sapersi proiettare anche nel nostro tempo, rispetto a una serie di temi fondamentali al centro del dibattito pubblico, dal rapporto tra società, politica e giustizia, alla condizione femminile e al patriarcato, fino alla pandemia da poco conclusa. Ha scritto: “Si dovrebbe pensare più a fare bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio.”

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