
Golda Meir (foto Ansa)
Firenze, 7 marzo 2024 - Scorrendo la Dichiarazione di Indipendenza di Israele del 1948 c’è una firma: è di una donna, Golda Meir. Era il 7 marzo del 1969 quando la leggendaria statista dal pugno di ferro venne eletta Primo Ministro di Israele. Un giorno storico, dal momento che si trattava della prima - e finora unica - donna che, nello Stato di Israele, si trovava a ricoprire tale carica. Il suo governo doveva essere di transizione e di unità nazionale, tuttavia lasciò il segno, perché si trovò ad affrontare situazioni difficili come la guerra del Yom Kippur e l'attentato di Monaco.
Oggi risulta difficile separare la vita di Golda Meir da quella di Israele. Difficile perché sono state - e lo saranno sempre - un tutt'uno sia nella realtà della storia sia nell'immaginario collettivo. "Nulla accade per caso. Devi avere il fegato di resistere agli ostacoli e superarli. Devi lottare". In queste parole c'è quasi tutto di Golda Meir, nata Golda Mabovic a Kiev in Ucraina il 3 maggio del 1898. Una frase che non racchiude solo l'aspetto politico, visto che Golda, nella lunga militanza prima e dopo la nascita di Israele, dovette confrontarsi con un mondo quasi totalmente maschile, i cui rappresentanti erano uomini coriacei come il padre della patria David Ben Gurion o di giovani allora emergenti come Shimon Peres.
Ma anche quello personale, dove il lato femminile non divenne mai accondiscendente con lo stereotipo imposto dal maschilismo dominante. Golda - pur non rinunciando mai al suo essere donna - non si fece dettare né tempi né mode ma seguì i suoi. Spesso le riunioni di governo - anche le più drammatiche - si svolgevano nel salotto della modesta casa che occupava, dove personalmente offriva tè e pasticcini. Quando accolse Henry Kissinger - potente segretario di stato Usa che voleva sminare la devastante controffensiva israeliana dopo l'attacco siro-egiziano nella Guerra di Kippur - Meir lo intrattenne a pranzo con un pesante pasto dell'est Europa.
E fece capire al riluttante e salutista politico americano che ad averlo preparato era stata una sopravvissuta alla Shoah. Avrebbe accettato Kissinger - ebreo scappato dalla Germania nazista negli anni '30 - che Israele si sarebbe dovuto fermare davanti alle armate del Cairo e di Damasco senza più i rifornimenti Usa, esponendo di nuovo la cuoca in 'Eretz Israel' (La terra di Israele) a ciò che aveva passato durante la Shoah? La determinazione di Golda non si fece mai scalfire, tuttavia il suo destino politico era segnato: la leggendaria signora di Israele scivolò via dal potere nel 1974 per spegnersi, oramai malata da tempo di leucemia, a Gerusalemme l'8 dicembre del 1978.
Nasce oggi
Alessandro Manzoni nato il 7 marzo del 1785 a Milano. La grandezza dell’opera di uno dei padri della letteratura italiana sta nel sapersi proiettare anche nel nostro tempo, rispetto a una serie di temi fondamentali al centro del dibattito pubblico, dal rapporto tra società, politica e giustizia, alla condizione femminile e al patriarcato, fino alla pandemia da poco conclusa. Ha scritto: “Si dovrebbe pensare più a fare bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio.”
Maurizio Costanzo