Maurizio Costanzo
Firenze

8 marzo, la Festa della donna: sapete perché si regala la mimosa?

Prima del 1946 il fiore simbolo era la violetta: ecco chi decise di cambiarlo e perché

Mimosa (foto Ansa)

Firenze, 8 marzo 2023 - Oltre 40 anni dopo l'ufficializzazione dall'Onu della Giornata Internazionale della donna, l'8 marzo resta una data importante, simbolica, significativa. L’origine della Festa della donna Il Women's Day era nato molti anni prima con le operaie manifestanti a New York nel 1857, anche se l’origine si fa risalire all'8 marzo 1909, giorno in cui centinaia di operaie morirono in un incendio nella fabbrica tessile ‘Cotton and Cotton’ in cui lavoravano a New York. Secondo altre fonti l’origine della festa risalirebbe invece all’8 marzo 1917, quando a San Pietroburgo le donne manifestarono per la fine della prima Guerra Mondiale. Perché si regala la mimosa Per strada, in ufficio, nelle auto, tra le mani degli uomini e infine in quelle delle donne. Il fiore dell'8 marzo è la mimosa, legato da sempre a questo giorno, tra leggenda e necessità. Il mito risalirebbe a un fatto storico realmente accaduto, quando 129 operaie di un'industria di New York rimasero uccise in un incendio, mentre protestavano per le condizioni di lavoro indegne a cui erano sottoposte. Secondo alcuni, nei pressi della fabbrica bruciata nel 1908 cresceva proprio un albero di mimosa. Ma ci sono anche motivazioni ben più pragmatiche: nel 1946, è stata l'Unione Donne Italiane a scegliere la mimosa, un fiore poco costoso e una delle poche piante ad essere fiorita all’inizio di marzo. Prima della mimosa c’era la violetta L’idea delle mimose qui da noi fu proposta da tre donne dell’Udi (Unione Donne Italiane) nel 1946, dopo la fine della guerra: Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, Teresa Noce e Teresa Mattei, che in una lunga riunione decisero di adottare la mimosa come fiore simbolo da regalare nella giornata dell’8 marzo. Inizialmente il fiore scelto per festeggiare le donne era la violetta, fiore simbolo della sinistra europea. Ma proprio le donne dell’Udi si opposero per diversi motivi: la violetta era difficile da trovare e soprattutto era molto costoso. Da qui l’idea della mimosa. Teresa Mattei raccontò che la mimosa era il fiore che i partigiani erano soliti regalare alle staffette: "Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente", disse un 8 marzo di vari anni fa commuovendosi guardando le tante donne sfilare con il fiore (prima che diventasse occasione di business commerciale). La mimosa durante il fascismo In realtà, però, già durante il Fascismo, nei luoghi di lavoro, soprattutto in fabbrica, le donne avevano cominciato a regalarsi tra loro un rametto di mimosa. Veniva portato un grande ramo e chi voleva ne prendeva un pezzetto e lo regalava ad una collega, ad una amica: era un segno di sorellanza, di vicinanza, di riconoscimento, del lottare insieme per i diritti delle donne. Insieme: infatti un rametto di mimosa è composto da tanti pallini, non è mai solo. È un fiore collettivo, composto, cioè, da tante individualità, tanti pezzetti singoli che, insieme, compongono il fiore. Nasce oggi Walter Chiari nato l’8 marzo del 1924 a Verona. È stato uno dei più noti comici dello spettacolo italiano e uno degli esponenti di spicco della commedia, protagonista dei teatri di rivista per oltre vent'anni e di molti show televisivi, dove ha esibito una vena comica a volte surreale. Sulla sua tomba ha fatto incidere questo epitaffio: “Non preoccupatevi amici, è soltanto sonno arretrato”.