
di Andrea Giannattasio
Ci ha messo davvero poco a prendersi la maglia da titolare e a diventare a tutti gli effetti uno dei nuovi leader della Primavera. Vittorio Agostinelli, figlio d’arte e oggi centrocampista di talento, è tra i giovani più interessanti del settore giovanile della Fiorentina, visto che oltre all’ ottima tecnica affinata con Bari e Roma (prima dell’approdo in viola lo scorso gennaio) è diventato anche il capocannoniere della squadra di Aquilani con due gol nelle prime tre partite, uno dei quali proprio ai giallorossi: "Ma la mia non è certo una rivincita" i tiene a precisare Agostinelli che in tanti, per i lineamenti del volto, hanno già paragonato a Zaniolo
"A Roma ho vissuto due belle stagioni: l’unico rammarico è non aver vinto la finale del campionato Under-17".
Per lei adesso è iniziata l’avventura in viola. Come si trova?
"Mi sono ambientato bene, Firenze è una splendida città e i fiorentini sono molto ospitali. Non penso che avrei potuto fare scelta migliore, quando ho deciso di trasferirmi".
Prima di lasciare Roma aveva tante richieste: perché ha detto sì alla Fiorentina?
"La società mi ha prospettato una differente progettualità che a me interessava più di altri aspetti: la famiglia Commisso, poi, crede molto nel settore giovanile e il nuovo centro sportivo ne è la dimostrazione".
Che obiettivi vi siete dati in questa stagione con il gruppo Primavera?
"La nostra è davvero una bella squadra: lavoriamo per migliorarci ed arrivare a traguardi ambiziosi. Davanti a noi abbiamo la finale di Supercoppa ma preferisco concentrarmi partita per partita: quando arriverà la gara con l’Atalanta sarò pronto per affrontare questa sfida".
Prima di lei un altro pugliese come Castrovilli ha fatto il suo stesso percorso, arriando fino a Firenze…
"Gaetano è un un grandissimo giocatore: lo stimo molto per il modo in cui è riuscito ad affermarsi ed è per me oggi un modello da seguire, visto che anche lui è cresciuto nel Bari e poi è approdato in prima squadra".
Quando ripensa a quando ha iniziato a giocare, c’è una persona alla quale sente di dover dire grazie?
"Sicuramente a mio padre, perché mi ha trasmesso l’amore per lo sport e per il calcio: ancora oggi segue tutte le mie partite e mi dà consigli su come migliorare, spiegandomi dove lui ha sbagliato nel corso della sua carriera".
Quali sono i suoi modelli di riferimento?
"Ogni giorno lavoro per migliorare la mia tecnica e in tal senso il calciatore a cui mi ispiro è Ronaldo, per la cura maniacale che ha nel voler essere sempre il numero uno. Da bambino invece il mio idolo era Totti".
Dove si vede tra cinque anni? "Ovviamente a Firenze, in prima squadra. E il sogno è esultare sotto la curva Fiesole dopo aver fatto gol".