Firenze, 12 gennaio 2025 – Oggi, 12 gennaio, la tradizione cattolica celebra il Battesimo di Gesù da parte di Giovanni Battista. A Firenze, il fonte battesimale per eccellenza è il Battistero, una delle più antiche chiese della città. Qui venne battezzato anche Dante, in un tempo in cui – si parla del 1200- l’antico duomo dei fiorentini era la chiesa di Santa Reparata, e l’odierna cattedrale ancora non era stata costruita. Dante nella Divina Commedia lo cita definendolo “il mio bel San Giovanni”.
Ai tempi del Sommo Poeta tutti i bambini nati durante l’anno venivano battezzati il Sabato Santo, dunque paradossalmente di Dante non conosciamo con esattezza la data di nascita, ma quella del battesimo sì: il 26 marzo del 1266. Sempre Dante, una volta diventato Priore, fu artefice di un fatto curioso: un giorno un bambino cadde in un bacile, dove un tempo venivano totalmente immersi per ricevere il sacramento. Non riusciva più a uscire e stava per affogare: fu Dante a intervenire e a salvarlo, ma nel soccorrerlo spaccò un pezzo di marmo del fonte battesimale.
Oggi non esiste più, è stato distrutto nel XVI secolo, ma a terra resta ancora visibile l’impronta ottagonale. Sul Battistero non mancano altre curiosità: ad esempio Giorgio Vasari ha raccontato che Leonardo da Vinci voleva sopraelevarlo sulla piazza di alcuni metri, per collocarlo su alcuni gradoni: un’idea che non riuscì mai a realizzare. L’osservatore, facendo attenzione, può notare dei particolari molto curiosi: guardando alla base, sul lato rivolto verso via Roma, compare una cosa alquanto strana: un bassorilievo che raffigura una battaglia navale: come mai? Si crede sia una parte di un sarcofago romano, inglobato nella parete del Battistero a ricordo del fatto che Firenze aveva origini romane. Infatti, proprio dove ora sorge il Battistero, c’era un tempio dedicato all’antico patrono di Firenze: il Dio Marte.
Altra cosa curiosa è l’impronta di un piede, riconducibile all’età longobarda. La si può scorgere guardando verso l’ingresso principale rivolto verso via dei Calzaiuoli: ebbene da questo lato, sulla colonna destra a circa mezzo metro da terra, c’è quest’impronta. Come mai? Liutprando, il Re dei Longobardi, nel VII secolo, per fissare la regolarità delle transazioni commerciali pensò bene di escogitare una nuova unità di misura. Prese allora come riferimento i suoi piedi, che sommati insieme raggiungevano 50 centimetri di lunghezza. Altra curiosità sono le colonne ‘pisane’ in porfido che si trovano di fianco alla porta principale. Sono state un regalo offerto dalla città di Pisa alla rivale città di Firenze, in segno di gratitudine per l'aiuto ricevuto nel 1117 durante la battaglia contro Lucca.
Secondo la leggenda le due colonne erano in origine lucenti e splendenti, ma la notte prima di consegnarle ai loro acerrimi nemici, i pisani allestirono un fuoco attorno a esse in modo tale da affumicarle e annerirle per sempre. Nonostante l’aiuto ricevuto in battaglia dunque, i pisani continuavano a nutrire una forte ostilità nei confronti di Firenze. Da parte loro i fiorentini che avevano fatto una festa per accogliere degnamente il dono, quando scoprirono l’inganno, ci rimasero di stucco. Pare proprio che da questo episodio si sia originato il detto: “Fiorentini ciechi, Pisani traditori”.
Maurizio Costanzo