OLGA MUGNAINI
Firenze

Occhio secco, 10 milioni di sofferenti. In arrivo un sollievo

Le novità per una patologia che colpisce tutti, ma soprattutto le donne over45 (50%) e in menopausa (90%), più i giovani per il continuo utilizzo di smartphone e tablet e pc

Nuove terapie per l'occhio secco

Barcellona, 24 giugno 2018 - Bruciore, prurito costante, affaticamento degli occhi, secchezza, arrossamento, visione offuscata, fotofobia, sensazione di avere un corpo estraneo o dolore agli occhi. Sono i sintomi principali della "sindrome dell’occhio secco", una patologia che si stima colpisca in Italia dai sette ai dieci milioni di persone, soprattutto le donne over45 (50%) e in menopausa (90%) per i cambiamenti ormonali, benchè a rischio siano anche i più giovani a causa del continuo utilizzo di smartphone, tablet e pc. Secondo una recente indagine negli ultimi 12 mesi in Italia quasi 7 individui su 10 hanno sofferto di disturbi oculari riconducibili all'occhio secco. Ma circa la metà non è in grado di identificare correttamente il disagio come vera e propria patologia. A rischio i bambini nativi digitali, l'80% dei quali già fra i 3 e i 5 anni è in grado di usare il telefonino di mamma e papà, l'11% a 10-11 anni ha uno smartphone e il 4% un tablet.

Per questa malattia multifattoriale del film lacrimale e della superficie oculare, arriva  ora una nuova   terapia sperimentale illustrata al Congresso mondiale di oftalmologia (WOC) di Barcellona, dove è stato ribadito che la cosiddetta sindrome dell'occhio secco causa disturbi visivi e instabilità del film lacrimale con potenziale danno alla superficie oculare. Nei casi più gravi si può arrivare anche a un forte malessere dell’umore e depressione.  Ma quali sono le cause? La patologia è caratteristica dei Paesi sviluppati, ed è associata all’inquinamento, aria condizionata, uso continuato dei computer  e di lenti a contatto, operazioni di chirurgia refrattiva. Tuttavia la diagnosi è fin troppo spesso tardiva. Poichè i sintomi possono esser sfumati fino ad arrivare a quelli davvero debilitanti, per il prurito e il dolore continuo, con una forte compromissione della qualità di vita, è partito lo studio ‘Helix’, ora in fase III, con il nuovo farmaco sperimentale SYL1001, prodotto dall'azienda farmaceutica Sylentis (Gruppo PharmaMar). 

Sono coinvolti 300 pazienti di oltre 30 centri europei di sei nazioni: Estonia, Italia, Germania, Spagna, Slovacchia, Portogallo. Per il nostro Paese partecipano l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze, l’Ospedale San Giuseppe di Milano, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova.  In Europa ci sono alcuni trattamenti come la ciclosporina in gocce o il siero autologo, ma attualmente non esiste un prodotto specifico per il trattamento del dolore oculare cronico associato a questa patologia e vengono utilizzati, in genere, analgesici per via orale o anestetici. Il trattamento principale, tuttavia, consiste nell'uso di lacrime artificiali in gocce, gel o unguenti.

La novità della terapia, ribadita  al Congresso mondiale di oftalmologia (WOC) di Barcellona, è proprio il farmaco sperimentale SYL1001, nuova tecnologia di silenziamento genico, basata sull'interferenza dell'RNA (RNAi), che tratta il dolore oculare associato a questa sindrome. L'interferenza dell'RNA è una tecnologia innovativa che cerca una riduzione della produzione anomala di proteine, mettendo a tacere l'RNA messaggero. Patologie come la sindrome dell'occhio secco sono prodotte infatti da un'alterazione in alcune proteine, che si vogliono controllare o ridurre in modo specifico proprio  attraverso questa tecnologia. 

«E’ un farmaco molto promettente, perché permette di affrontare la malattia con un nuovo meccanismo d'azione – spiega il professor Jose Manuel Benítez del Castillo Sánchez, coordinatore dello studio e capo dell’Unità di infiammazione oculare del Clinical Hospital San Carlos di Madrid - In tutti gli studi clinici a cui abbiamo partecipato, l'efficacia è stata dimostrata nei pazienti insieme a un'elevata tolleranza e sicurezza della superficie oculare».