
Carminho
Firenze, 24 ottobre 2015 - Debutta stasera a Firenze, per Musica dei Popoli alla Flog, Carminho, cantante di fado trentunenne, figlia di Teresa Siqueira, una delle epiche interpreti della musica popolare di Lisbona; Maria do Carmo Carvalho Rebelo de Andrade, questo il nome completo di Carminho, segue le orme della madre ed è diventata presto musicista di culto per grandi personaggi, come Carlos Saura e Chico Buarque de Hollanda: col primo ha girato il film «Fados», con il grande carioca ha inciso «Carolina».
Carminho, che cosa ha significato lavorare con Buarque de Hollanda?
"Chico è un riferimento essenziale. È stata una grande emozione essere sola accanto a lui, ricevere la sua influenza. È un privilegio che pochi hanno avuto e lo ringrazio molto".
Che cosa significa il fado per lei?
"È il mio destino, il mio modo di vivere. Ma, soprattutto, è la traduzione del cuore e dei sentimenti. Si tratta di una forma di espressione poetica e musicale che trasmette l’anima di un popolo molto particolare, com’è quello portoghese. E dev’essere il più autentico e vero in ogni interpretazione possibile. Perché è come se il cuore fosse lì in quel momento e le chitarre e la voce lo traducono".
Lei è nata in una famiglia molto musicale. È stato determinante?
"È stato cruciale perché viviamo le nostre influenze, naturalmente. Ma in realtà c’è stato anche un gusto molto personale che mi ha portato a fare le mie scelte. Anche perché ho tre fratelli e tutti hanno preso strade diverse. C’è anche un lato della personalità che mi porta alla musica, e, naturalmente, in particolare al fado".
Com’è stato l’inizio della sua carriera?
"Una benedizione. Ci sono già tre album dal 2009, faccio concerti in tutto il mondo e ciò è stato una vera benedizione. Un artista che ha la possibilità di avere un pubblico che ha voglia di ascoltarlo non può che ringraziare e continuare a fare il meglio che sa, con la più grande verità possibile, l’onestà e il rispetto. Ho avuto molti successi, tante vittorie, sorprese inaspettate e incontri con musicisti che non avrei mai pensato di conoscere e che mi hanno molto cresciuta".
Che musica ascolta oltre alla sua?
"Un sacco, oltre al fado che mi influenza molto. Mi piace molto il jazz, e poi il rock, il pop, l’hip-hop, la musica classica. Anche la musica francese e italiana per le grandi voci. Penso che un artista debba avere le più varie influenze musicali in modo che poi riesca a capire chi sia".
Il fado è attuale? Ha futuro? O è solo il ricordo di un grande passato?
"Il fado è il cuore degli uomini e delle donne, il fado è ora e quando il cuore si sente. Quindi è uno stile che è nato quasi 200 anni fa, ha una radice, ha una madre e una storia che lo definisce, ma poi la materializzazione del fado è la scelta delle interpretazioni, le poesie di grandi artisti di ieri e di oggi. Queste interpretazioni sono tuttora valide, si reinventano e producono icone; il fado ne ha molte, ma ha anche cambiamenti al suo interno. Io non mi vesto come una cantante di 50 anni fa, ma ho le stesse sensazioni. Vi è un ponte con la tradizione e bisogna essere onesti con la storia, come penso di esserlo io".
Quali sono i suoi artisti preferiti nel fado e negli altri generi?
"È molto difficile elencare i nomi perché sono tanti. nel fado il primo riferimento è stata mia madre, Teresa Siqueira, più tardi Beatriz da Conceição e inevitabilmente Amalia Rodrigues, per il modo coraggioso in cui ha trasmesso il fado al mondo per essere quello che è ora. Ma senza dubbio anche altri artisti che hanno rivoluzionato il loro tempo: Paco de Lucía, Astor Piazzolla, Frank Sinatra, Pavarotti, tanti nomi ma con differenti culture musicali che mi hanno influenzato. Anche il rock e pop, come i Queen ed Elton John, sono stati strumentali alla mia formazione. Ci sono personaggi che tuttora mi aiutano a crescere".
Che cosa conosce della musica italiana?
"Quella italiana è una musica straordinaria che mi ha segnato molto. C’è un artista che quando è arrivato in Portogallo mi ha emozionato: Sergio Endrigo, una voce che non si dimentica. Ho già detto di Pavarotti, ma ci sono anche artisti attuali: Eros Ramazzotti e Laura Pausini sono il presente e il futuro di una grande cultura musicale. Ma quello che sento, la mia idea, è che più di uno stile sono sempre le grandi canzoni che segnano i momenti storici ed è anche per questo che noi artisti siamo qui".
Quali sono i suoi progetti?
"Il 27 novembre ci sarà un evento molto importante per me, al Campo Pequeno, nel cuore della mia città, Lisbona, dove chiuderò il ciclo di concerti che ho fatto in questi due anni in tutto il mondo. E sto già preparando un nuovo album, sempre nel nome della verità e cercando di guardare a quello che mi piace di più e a quello che io credo, a ciò che il mio cuore mi dice. E il fado sarà sempre presente, se Dio vorrà".