Firenze, 2 febbraio 2024 - Ha radici che affondano nella storia, molto prima dell’antica Roma, l'usanza di celare il proprio volto con delle maschere per nascondersi. Durante il Carnevale, travestirsi divenne punto di riferimento fondamentale per fare degli scherzi camuffando la propria identità. Ogni regione ha le sue maschere che vantano tradizionali secolari. Ecco quali sono quelle toscane e le loro origini.
Stenterello
È Stenterello la maschera tradizionale di Firenze. Era verso al fine del ‘700 quando Luigi del Buono, un attore fiorentino, ispirandosi a Pulcinella, pensò di creare un personaggio simile ma in salsa toscana. Lo pensò allegro e vivace, sempre in vena di scherzi, ma a differenza di Pulcinella lo pensò con un costume colorato e il codino all’insù. Aveva un aspetto gracile, talmente magro da sembrare “cresciuto a stento”, da cui appunto il nome Stenterello, che è anche l’ultima maschera della commedia dell’arte antica. Quando nel 1500 il teatro smise di essere un fenomeno elitario aprendosi a rappresentazioni più popolari, la Commedia dell’Arte iniziò a partorire le maschere, che col passare del tempo vedono cristallizzarsi caratteri e costumi fissi. Fu lo stesso Pellegrino Artusi a definire Stenterello come l’unica maschera del teatro fiorentino. Stenterello vanta una parlantina sciolta, un carattere eccentrico e brioso, non le manda certo a dire e ha una lingua tagliente. Per questo spesso si caccia nei guai, ma, nonostante tutto, non perde mai il buonumore.
Burlamacco
La maschera simbolo del Carnevale di Viareggio è Burlamacco, che svetta sulle altre con la tuta a rombi e il suo trucco da clown. A crearlo fu il pittore futurista Uberto Bonetti, che nel 1930 realizzò i primi manifesti della manifestazione versiliese. Si ispirò a Buffalmacco, personaggio del Decameron, che metteva a segno scherzi e truffe ai danni di ingenui malcapitati. Il suo costume a scacchi simile a quello di Arlecchino, è completato dalla gorgiera bianca di Capitan Fracassa, dal cappello di Rugantino, dal mantello tipico di Balanzone e dal pompon di Pierrot. Un college che è segno evidente di quanto questa maschera tragga origine ancora una volta dalla Commedia dell’arte.
Ondina
Sempre il pittore futurista Uberto Bonetti pensò di accompagnare Burlamacco a un personaggio femminile, Ondina, che indossa un castigato costume da bagno in stile anni '30. E questo per ricordare che Viareggio è la città del Carnevale, ma anche quella del mare e dell’estate.
Re Giocondo
A Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, si festeggia uno dei Carnevali più antichi d’Italia, che risale al lontano 1539. Tra le sue maschere tradizionali c’è Re Giocondo, emblema del Carnevale e protagonista della caratteristica sfilata di carri allegorici, oltre che di un rito antichissimo, forse di origine contadina. Ogni anno si costruisce un gigante fantoccio con stracci e paglia, imbottito di petardi. Dopo aver ripercorso l’anno appena trascorso leggendo il suo testamento rigorosamente in rima, viene bruciato con delle lanterne nella piazza principale della città.