
Carnevale (foto Ansa)
Firenze, 28 gennaio 2024 – Sono tante le curiosità relative al carnevale, a cominciare dal nome che deriva dal latino ‘carnem-levare’, ossia togliere la carne dai pasti, divieto che terminava il Giovedì Santo.
Già nell’antica Roma, coi Saturnali, o nelle feste dionisiache greche, si era soliti dedicare un momento dell’anno a scherzi e ribaltamenti dell’ordine sociale, lasciando libero sfogo ai cittadini di dedicarsi a momenti di divertimento e baldoria.
Perché ci si maschera? L’usanza deriva sempre dai Saturnali, dove per una volta si dava la possibilità di ribaltare le gerarchie, i poveri potevano fingersi ricchi e le dame e i nobili diventare delle persone qualunque, mescolandosi tra la folla. Quanto ai coriandoli risalgono al Rinascimento, e si chiamano così perché allora erano fatti di semi di coriandolo appunto, o di mandorle, glassati con lo zucchero. Riguardo all’usanza di lanciarli in aria, nell’antica Grecia si era soliti dopo una battaglia lanciare in aria dei fiori per partecipare al trionfo dei vincitori, in questo caso simboleggia la partecipazione alla festa carnevalesca. I festeggiamenti del Carnevale si concludono, da tradizione, con il Martedì Grasso, il giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio del periodo di Quaresima prima della Pasqua. L’ultimo giorno di Carnevale assume l’epiteto di “grasso” proprio perché consisteva nell’ultimo giorno in cui era permesso, dalla Chiesa Cattolica, sia di festeggiare che di mangiare determinati cibi come la carne, i dolci e tutti gli altri gustosissimi avanzi dei banchetti di Carnevale. Dopo questo giorno, infatti, prendeva il via il periodo di penitenza prepasquale che prevedeva l’astinenza dai divertimenti e dai cibi considerati “grassi”. All’interno del Carnevale di Venezia ancora oggi il Martedì Grasso e il Giovedì Grasso sono due date importanti fin dai tempi della Serenissima. Il Giovedì Grasso, a Venezia, è il cosiddetto giorno del “toro”. Ai tempi della Serenissima, infatti, durante questa giornata era prevista la storica corrida davanti al Palazzo Ducale. Questo evento ricordava la grande vittoria del 1162 del doge Vitale Michiel II sul Patriarca Ulrico di Aquileia e 12 feudatari ribelli. Questa impresa portò la Serenissima a chiedere agli sconfitti, da lì al futuro, il pagamento di un pegno che consisteva in un toro, 12 pani e 12 maiali ben pasciuti, un risarcimento che continuò per molto tempo coinvolgendo anche i successori del patriarca che, ogni anno, il giorno del Giovedì Grasso erano costretti a ripagare la Serenissima in questo modo. Gli animali, poi, una volta portati in città venivano accolti come fossero dei prigionieri, posti su delle strutture lignee rappresentanti i castelli friulani e, infine, messi allo scherno della pubblica piazza con un rituale che prevedeva, al suo culmine, lo spettacolare taglio della testa del toro, da cui deriva appunto il detto tutto veneziano “Tagiar la testa al toro”, cioè chiudere definitivamente una faccenda in modo rapido e senza troppi ripensamenti. Il taglio della testa del toro, infatti, rappresentava proprio la fine dello spettacolo. Gli animali venivano successivamente macellati, cucinati e la loro carne distribuita durante i banchetti tra i nobili, il clero, il popolo e i carcerati. Questa usanza fu abolita nel 1420 quando il Friuli passò sotto il dominio della Serenissima e la festa assunse le sembianze di un gioco che durò fino alla fine della Repubblica. I festeggiamenti del Giovedì Grasso, a partire dal 1548, aggiunsero alla tradizionale corrida una parte dedicata a spettacolari acrobazie di funamboli chiamata, da tutti, il volo del Turco. Nasce oggi Gianluigi Buffon nato il 28 gennaio del 1978 a Carrara. Oggi l’ex portiere del Parma e della Juve, campione del mondo nel 2006, compie 46 anni. Ha detto: “Viaggiare è più bello che arrivare. Battersi è più bello che vincere.”
Maurizio Costanzo