Firenze, 6 marzo 2017 - IL LIBERO mercato è ormai un sacrosanto diritto di chi vuole far impresa ai tempi dell’economia 4.0. L’assenza di regole, invece, rappresenta un forte pericolo per chi l’impresa vuol farla, comunque, nel rispetto delle leggi e delle regole. Il turismo – che in Toscana rappresenta una voce fondamentale del pil regionale – ha vissuto negli ultimi anni una vera e propria rivoluzione. Il web infatti ha cambiato ogni declinazione della parola viaggio, eleggendo questa chance culturale a diritto inalienabile di tutti. O quasi. La possibilità di bypassare agenzie, intermediari, tour operator, rappresenta ovviamente un’opportunità. Ma internet è riuscito anche nell’intento di far fuori molte di quelle regole che, se da un lato limitavano la libertà di azione (e scelta) del viaggiatore, dall’altro tutelavano chi nel fare impresa (turistica) era ligio a leggi, burocrazia e tasse.
LA REGIONE Toscana ha adottato nei mesi scorsi un ‘testo unico’ sul turismo per riportare un po’ di regole in un settore che si stava pian piano ‘giunglizzando’. Ma il governo ha impugnato il provvedimento: la Regione avrebbe legiferato in una materia – ad esempio quella della locazione – che la Costituzione riserva allo Stato. Insomma, alle nostre latitudini per il momento, vince la concorrenza al limite della... lealtà. Con buona pace di albergatori ed esercenti ‘traditional’ (termine che adesso fa rima con il più toscano ‘becchi e bastonati’) e per l’esultanza di tutti quelli che, ad avanzatempo, si trasformano in albergatori grazie ad ‘AirB&B’.