Firenze, 7 dicembre 2024 - Un figlio racconta il padre scomparso in mare in un documentario di rara potenza. Si chiama “No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta” ed è la storia di un padre, di una madre e di un’onda assassina. Ma soprattutto, è l’indagine sentimentale di un figlio. Un figlio che di quel giovane padre, così appassionato e avventuroso, non ricorda nulla. Il documentario sarà proiettato martedì 10 dicembre alle 19 alla presenza del regista Tommaso Romanelli al cinema Astra di piazza Beccaria a Firenze. È la notte del 3 aprile 1998, al largo delle coste francesi.
L’equipaggio di Giovanni Soldini, a un passo dal record sulla traversata atlantica New York-Cape Lizard, sta fronteggiando una depressione atmosferica violentissima: mare forza 9, raffiche a 80 nodi, onde di 25 metri. Andrea Romanelli si trova al timone di FILA, barca del futuro che lui stesso ha progettato pochi mesi prima, quando in un istante un’onda anomala gigantesca la fa rovesciare. Andrea è l’unico disperso e non sarà mai più ritrovato. 25 anni dopo, attraverso il linguaggio del cinema, la memoria diretta dei testimoni e la potenza dei materiali d’archivio, Tommaso Romanelli avvia una ricerca alla scoperta del padre: l’ingegnere visionario, il velista senza paura, il dolcissimo marito di Fabrizia.
Cosa rimane di una tempesta? Rimane il viaggio di un figlio. Un racconto che parla di nostalgia, di passioni e dei grandi amori che custodiscono il senso ultimo della vita. Tommaso Romanelli è un bambino di pochi anni quando, nella primavera del 1988, la Fila, una imbarcazione a vela con a bordo un team guidato da Giovanni Soldini, affronta un'impresa particolare. L'obiettivo è quello di battere il record della traversata dell'Oceano Atlantico a vela da Ovest a Est. Andrea Romanelli, che alla progettazione dell'imbarcazione ha partecipato come ingegnere, nella notte del 3 aprile a poco meno di 400 miglia dalla meta finale perde la vita in seguito al ribaltamento della barca prodotto da un'enorme onda. Tommaso Romanelli, grazie al ritrovamento di alcune videocassette registrate da Andrea durante altre regate, ha pensato che quello potesse essere il punto di partenza per iniziare un viaggio alla ricerca del padre. Lo fa attraverso le testimonianze della madre e di coloro che con lui erano stati in mare in situazioni diverse. A partire da un amico d'infanzia che fin dalla più tenera età aveva condiviso con Andrea il piacere del condividere l'esperienza di salire su una barca da soli.
Maurizio Costanzo