GIOVANNI BALLERINI
Cosa Fare

The Necks a Firenze, la cult band australiana in concerto

Un sound senza confini e al di fuori degli schemi. Per “A Jazz Supreme” l'atteso concerto a Firenze della cult band australiana venerdì 8 ottobre alle 21,15 sul palco della Sala Vanni di Piazza del Carmine

The Neck foto di Camille Wash Photography

The Neck foto di Camille Wash Photography

Firenze, 7 novembre 2024 – Lo scrittore Geoff Dyer li ha definiti sul New York Times il trio più importante del mondo e loro ci tengono a non smentire questo atto di stima proponendo al loro pubblico con grande energia e fantasia un post jazz di grande qualità. Stiamo parlando de I Necks, l’ensemble d'avanguardia australiano che venerdì 8 ottobre alle 21,15 sarà sul palco della Sala Vanni di Piazza del Carmine per il penultimo appuntamento dell'ottava edizione della rassegna "A Jazz Supreme”, del Musicus Concentus.

Chris Abrahams al piano e all'organo Hammond, Tony Buck alla batteria, percussioni e chitarra elettrica, e Lloyd Swanton al basso e al contrabbasso hanno sviluppato, dal 1987 a oggi, un fantastico interplay e in ogni set evocano una chimica di note che sfida qualsiasi tipo di steccato di genere, esplora paesaggi sonori inediti e si avvantaggia di un uso intelligente e coinvolgente dell’improvvisazione. Anche a Firenze, non ne dubitiamo, quello del power trio sarà un concerto da non perdere.

I Necks hanno preparato un set alimentato da lunghi brani che si svelano lentamente e in modo ipnotizzante, spesso sostenuti da un profondo e insistente groove. La scaletta pesca liberamente fra i migliori pezzi dei diciotto album realizzati dalla band, proponendo ancora una volta una musica unica nel suo genere. Anche per la scena sperimentale. Accanto a intuizioni avant-garde, il trio ha sviluppato infatti uno stile ipnotico, talvolta quasi trascendentale, che supera di slancio i generi (dal minimalismo, all’ambient, al jazz) e si esprime autonomamente evocando emozione e incanto, ma anche modernità e intensità. Ciò ha permesso al gruppo australiano collaborazioni eccellenti, come quelle con gli alfieri britannici della techno, gli Underworld e il cantautore e polistrumentista statunitense Michael Gira. Ma è ovviamente la dimensione a tre, la più consona per la band che non vede l’ora di alimentare l’ascolto e il gusto del loro pubblico italiano con una sorta di variegata e incalzante trance ipnotica.

Anche questa volta avrà un interessante prologo dedicato alla nuova scena jazz italiana. Ad aprire la serata sarà infatti il pianista Ariel Tricomi, che a 22 anni, si sta rivelando sempre di più come una delle più interessanti giovani promesse del panorama jazz italiano. Nato a Bologna nel 2002 in una famiglia di musicisti, Ariel ha iniziato il suo percorso studiando percussioni classiche, ma presto si è appassionato al pianoforte e al jazz. Attualmente perfeziona la sua formazione all’Università di Siena Jazz. Sull’onda dell’esibizione al Cala Gonone Jazz Festival con il suo quartetto, Tricomi in questo concerto in piano solo proporrà un’eclettica combinazione di improvvisazione e arricchirà con nuovi e personali arrangiamenti, una serie di standard jazz.