NICCOLO' GRAMIGNI
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Cosa Fare

Donne, il 10 aprile a Firenze l’evento di Confcooperative Toscana su lavoro e impresa

Nel laboratorio della coop sociale Flo presentazione del libro di Cristina Manetti “A Penelope che prende la valigia” e dibattito sul gender gap, in occasione del 20esimo anniversario della nascita della Commissione Donne CooperAzione

Cristina Manetti

Cristina Manetti

Firenze, 7 aprile 2025 - “Donne, la forza della cooperazione” è il titolo dell’iniziativa promossa da Confcooperative Toscana il 10 aprile alle 12 in un luogo simbolo del lavoro e dell’impresa femminili: il laboratorio di Flo, cooperativa sociale di donne attiva nel settore della moda e del fashion, di via Cimabue 43 a Firenze. L’evento, organizzato in occasione del 20esimo anniversario della Commissione Donne CooperAzione, si aprirà con la presentazione del libro di Cristina Manetti “A Penelope che prende la valigia”, il racconto di una madre che scrive alla figlia dodicenne e alle sue compagne, immaginando di riempire una valigia di parole come coraggio, speranza, libertà, gentilezza, allegria, viaggio, tenacia, compassione, futuro, generosità e cambiamento, simboli di un percorso che sfida i limiti imposti da una società patriarcale, invitando le giovani a diventare artefici del proprio destino. Dopo i saluti del presidente di Confcooperative Toscana Alberto Grilli, il confronto sul libro sarà l’avvio di un dialogo tutto al femminile tra Manetti e la presidente della Commissione Donne CooperAzione della Toscana Fabrizia Fagnoni, con la moderazione di Fabiola Di Loreto, direttrice generale di Confcooperative Nazionale. “L’evento – spiega Fabrizia Fagnoni – è un’importante occasione di confronto e riflessione sul forte impegno di Confcooperative per le nuove sfide della parità di genere. In questo senso il libro di Cristina Manetti dà alcuni spunti importanti anche per sottolineare l'importanza della cultura e del linguaggio come veicolo di inclusività e parità. Siamo convinte che la cooperazione può giocare un ruolo importante non solo per quanto riguarda l’occupazione femminile, come avviene da sempre, ma anche sul terreno di una cultura del lavoro più improntata alla cura e meno alla competizione sfrenata”.