Fiesole (Firenze), 6 novembre 2024 - Che potere hanno i grandi autori russi del passato, sulle nostre vite di occidentali del ventunesimo secolo? Perché li leggiamo ancora, ammesso che li leggiamo? E che effetto potrebbero farci, se li leggessimo, ammesso che non li leggiamo? Scrittore, saggista e traduttore, Paolo Nori porta in scena il reading teatrale “A cosa servono i russi”, giovedì 7 novembre al Teatro di Fiesole, nell’ambito dell’Autunno Fiesolano, festival che, insieme alla Primavera Fiesolana, si propone come estensione fisica e temporale dell’Estate Fiesolana. I biglietti (posto unico 10 euro) sono disponibili sul sito del teatro www.teatrodifiesole.it, su www.ticketone.it (tel. 892 101) e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita - tel. 055 210804). “A cosa servono i russi” è un monologo con la musica di Modest Musorgskij, le immagini di Claudio Sforza e le voci originali di Lev Tolstoj, Anna Achmátova e Iosif Brodskij. “Tutte le volte che vado in Russia – spiega Paolo Nori - una delle prime cose che faccio è guardare il cielo e mi vien sempre in mente una breve poesia di Velimir Chlebnikov che dice: «Poco, mi serve / Una crosta di pane / Un ditale di latte / E questo cielo / E queste nuvole». E quando penso alle due donne della mia vita, mia figlia e sua mamma, mi vien sempre in mente un’altra poesia di Chlebnikov che inizia con «Le ragazze / Quelle che camminano / Con stivali di occhi neri / Sui fiori del mio cuore». E quando leggo una poesia che mi piace, mi viene in mente Anna Achmatova che diceva che quando Mandel’štam leggeva i propri versi «Sembrava che si alzasse in volo un cigno». E quando sto male, ma male, mi viene in mente quel verso di Pasternàk che dice che : «Vivere una vita non è attraversare un campo». E quando penso che probabilmente la cosa che sto facendo è destinata al fallimento, mi viene in mente Iosif Brodskij quando dice che, se saremo sconfitti, dobbiamo perlomeno provare a interpretare la parte dell’uomo libero. E «Quando è sconfitto», dice Brodskij, «un uomo libero, non dà la colpa a nessuno». Che è poi quello, Brodskij, che ha scritto: «Per uno che ha molto letto Dostoevskij, sparare su un proprio simile in nome di una qualche idea è un’impresa un tantino più problematica che per uno che Dostoevskij non l’ha letto mai»”. Autunno Fiesolano è realizzato con il contributo di Regione Toscana e Fondazione CR Firenze. Il Teatro di Fiesole è nato ed opera grazie al sostegno di Dorin, Banca Cambiano 1884 S.p.A., Unicoop Firenze, Stefano Ricci e Ludovico Martelli. Info, programma e prevendite sul sito www.teatrodifiesole.it. Per chi viene in auto, si consigliano i parcheggi di piazza del Mercato (a pagamento) e di via delle Mura Etrusche (gratuito, a meno 5 minuti a piedi dal teatro). Maurizio Costanzo
Cosa FareFiesole, Paolo Nori porta a teatro ‘A cosa servono i russi’