MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Firenze, Alessandro Benvenuti in scena con ‘Falstaff a Windsor’

Dal 26 novembre al 1 dicembre al Teatro della Pergola

Alessandro Benvenuti in scena con ‘Falstaff a Windsor’

Alessandro Benvenuti in scena con ‘Falstaff a Windsor’

Firenze, 22 novembre 2024 - Al Teatro della Pergola, dal 26 novembre al 1 dicembre, Ugo Chiti riscrive per Alessandro Benvenuti uno dei celebri personaggi di William Shakespeare: Sir John Falstaff. C’è un po’ di tutto in Falstaff a Windsor, liberamente tratto da Le allegre comari di Windsor: ci si diverte, ma alla fine non manca il sorriso amaro della vita. In scena con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti. Scene di Sergio Mariotti, costumi di Giuliana Colzi, luci di Samuele Batistoni, musiche di Vanni Cassori. Produzione Arca Azzurra. Venerdì 29 novembre, ore 18, al Teatro della Pergola, Alessandro Benvenuti presenta con Ugo Chiti e Marco Malvaldi il suo nuovo libro Il teatro della sorpresa, Scrittura e comicità per la scena (Florence Art Edizioni). Intervengono Francesco Maria Mugnai ed Enrico Zoi. In quell’occasione saranno fatte delle riprese del documentario con e su Benvenuti dal titolo Io sono l’assente, regia di Adamo Antonacci, produzione di Alessandro Salaorni per Larione 10, con il contributo della Toscana Film Commission, consulenza di Enrico Zoi. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Dopo i successi di Nero Cardinale e L’avaro, si rinnova la collaborazione tra Ugo Chiti, Alessandro Benvenuti, le attrici e gli attori della Compagnia Arca Azzurra per un lavoro dedicato a uno dei grandi personaggi di William Shakespeare, Falstaff. Il Dramaturg tratteggia in Falstaff a Windsor, al Teatro della Pergola, un profilo perfetto per il grande attore, attingendo tanto ai drammi storici Enrico IV e Enrico V quanto alla figura farsesca che emerge da Le allegre comari di Windsor. In questo adattamento l’eroe e antieroe “resuscita” a Windsor esprimendo, gigione e irridente, la natura del suo personaggio: un’arroganza aristocratica, con un sangue plebeo, popolaresco, che muta dalla rabbia al sarcasmo, ma rimane disarmante, quasi patetico, perché non conosce, o non sa, darsi le regole e la consapevolezza dell’età che “indossa”.

Questo Falstaff, per molti aspetti, resta fedele al testo originale delle Allegre comari di Windsor, ne rispetta gli appuntamenti farseschi; si lascia beffare, esce avvilito e percosso dai travestimenti, sembra quasi masochisticamente rimpicciolito, anche se dietro queste mutazioni ribolle la rabbia del personaggio, che sembra ancora pretendere il rispetto dovuto all’antico ruolo del cavaliere. Solo l’ultima beffa, l’ennesimo inganno di un’attesa punitiva nel parco, cambia struttura e andamento narrativo.Il mutamento arriva grazie all’intervento di Semola, un personaggio che fin dall’inizio ha fiancheggiato Falstaff facendosi assumere come paggio: servizievole, irridente, mutevole, inquietante, occupa allusivamente la funzione di un fool che solo alla fine (allucinazione o sogno?) assume le vesti e le sembianze del principe Enrico, tornato a bandire Falstaff dal consorzio umano. Niente fate, folletti, fastidi e pizzicotti, ma l’asprezza di una condanna che ribadisce come nell’ordine prestabilito del potere non si trovi posto dove collocare un corpo tanto grande, quanto irrazionale e magico. Maurizio Costanzo