REDAZIONE FIRENZE

Firenze, all'Accademia delle Arti del Disegno la personale dell'artista Yu Ming

Fino al 26 ottobre la mostra “L'assioma del vero” sarà visitabile a ingresso gratuito

Una delle opere dell’artista e accademico cinese Yu Ming

Una delle opere dell’artista e accademico cinese Yu Ming

Firenze, 8 ottobre 2024 - Fino al 26 ottobre 2024 nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, in via Ricasoli (angolo piazza San Marco) a Firenze, è visitabile con ingresso gratuito la mostra personale dell’artista e accademico cinese Yu Ming, dal titolo “L’assioma del vero”, a cura di Claudio Rocca e Giovanna Uzzani. Organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno in collaborazione con Beijing Jin Shangyi Art Foundation, l’esposizione comprende 51 opere realizzate con tecnica ad olio e 12 disegni e offre l’opportunità di seguire l’interessante percorso artistico di Yu Ming nell’ultimo suo decennio di ricerche. Artista autorevole nel panorama del realismo contemporaneo, Yu Ming, nato nel 1977 a Qiqihar, la città più settentrionale della Cina, nella provincia di Heilongjiang, cresce a Benxi, nella provincia di Liaoning, circondata da belle montagne, ruscelli e fiumi, e forse proprio questa esperienza ha determinato il suo interesse verso la pittura paesaggistica. Uno degli elementi ricorrenti nelle opere è la raffigurazione dei paesaggi e del popolo del Tibet, infatti sin dal 1995 Yu Ming compie molteplici viaggi attraverso le regioni selvagge ed estreme del Tibet, abitate da un’umanità ancora immersa nella vita rurale, alla ricerca dei valori di vita espressi da minoranze etniche che vivono un rapporto forte e autentico con la natura. Torna ripetutamente in Tibet, vivendo con le popolazioni indigene che di buon grado si prestano a posare per lui, ne cattura le espressioni più intime e si fa spedire i loro abiti.

Yu Ming sottolinea che “l’altopiano innevato è un ambiente difficile per la sopravvivenza umana, ma la gente è piena di sole e forza. Si avvicinano alla vita con entusiasmo, lavorando e recitando preghiere ogni giorno. Hanno fiducia nella vita e forti credenze religiose. Dal mio punto di vista di straniero, il loro modo di vivere appare naturalmente sano e potente. Sia l’aspetto fisico del popolo tibetano che i paesaggi locali sono soggetti ideali per la pittura a olio”. Come sottolinea Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, siamo in presenza di un artista affermato, che “con il suo studio e i suoi viaggi in Europa e in America, coronati da meritati riconoscimenti, ha conquistato una cifra espressiva di alto rango” e “all’occhio dello storico dell’arte viene naturale discernere nei suoi cieli annuvolati e spaziosi i ricordi della pittura olandese del Secolo d’Oro, nei paesaggi verdi e acquatici vibranti di effetti luminosi il sapere pittorico degli Impressionisti, nei ritratti esatti e silenti il pensoso psicologismo di Hopper”.