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Anna Netrebko
Firenze, 18 febbraio 2025 – Torna al Teatro del Maggio, venerdì 21 febbraio, alle ore 20, Anna Netrebko, il celebre soprano tra più acclamati degli ultimi decenni, protagonista di alcune delle interpretazioni più luminose nei più importanti templi internazionali della musica. Anna Netrebko che si esibì per la prima volta al Maggio nel novembre del 2000 e l’anno successivo nel mese di giugno, dopo una pausa di vent’anni ha legato di nuovo il suo nome con il Teatro in occasione della strepitosa esecuzione di Tosca in forma di concerto della primavera del 2021 tenuta al GroBes Festspielhaus di Salisburgo con la direzione del maestro Zubin Mehta, e poi per il trionfale recital del giugno 2021, ora rinnova la sua collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con questo attesissimo concerto, unica tappa italiana del suo tour di recital. Nel concerto al fianco di Netrebko, il mezzosoprano Elena Maximova e al pianoforte, Pavel Nebolsin. Il ricco programma della serata si snoda attraverso romanze da camera di alcuni dei più celebri compositori russi del XX secolo e arie e duetti tratti da opere italiane, russe e francesi e si suddivide in quattro parti distinte. La prima, che prende il nome “Nella foresta”, si apre nel nome Cajkovskij con la prima delle 6 Romanze op. 57, realizzate nel 1884, e con la seconda delle 6 Romanze op. 38 composte nel 1878 a Firenze nel corso di uno dei frequenti soggiorni del musicista nella città toscana. La composizione successiva è a firma di Sergej Rachmaninov, ossia Zdes’ khorosto… (Qui tutto è bello…), la settima delle 12 Romanze op. 21 a cui segue Zvonce zavoronka pen’je (L’allodola canta più forte), dalla raccolta A primavera op. 43 di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Di Cajkovskij è anche la quarta delle sei che compongono l’ultimo dei suoi cicli di romanze, l’op. 73 Zakatilos solnze (Il sole è tramontato), scritta quando era già immerso nella composizione della celeberrima Patetica. In chiusura un celebre brano operistico, la ballata di Nedda Stridon lassù, tratta da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e fra i simboli del verismo italiano. La seconda parte del recital, “Vicino al fiume”, inizia con un brano per pianoforte, il sesto degli 8 Morceaux caracteristiques op. 36 composti nel 1886 dal compositore e pianista polacco Moritz Morszkowski e prosegue con due pezzi di Nikolaj Rimskij-Korsakov (4 Romanze op. 3, n. 4: Na kholmakh Gruzii e 2 Romanze op. 56, n. 1: Nimfa) e l’estratto “Viens Mallika… Dome epais” da Lakmé di Leo Delibes. La terza parte è intitolata “Nel palazzo” ed è interamente occupata da quattro significative arie d’opera. Si parte con la sortita di Adriana Lecouvreur “Del sultano Amuratte m’arrendo all’imper… Io son l’umile ancella”, dall’opera di Francesco Cilea per poi proseguire con il finale di Snegurocka (La fanciulla di neve), opera di rara esecuzione di Rimskij-Korsakov a cui seguono l’aria “O, ne riday, moy Paolo” (Oh, non piangere, mio Paolo) tratta da Francesca da Rimini di Sergej Rachmaninov e il monologo finale di Ariadne auf Naxos di Richard Strauss. “Dalla finestra” è il nome che prende l’ultima sezione del recital, che raccoglie pagine operistiche e da camera caratterizzate da marcate sfumature di sensibilità: questa parte del concerto si apre con il recitativo e la romanza di Giulietta “Eccomi in lieta vesta…” da I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini a cui segue una breve parentesi strumentale, ossia la Fantasie-Impromptu in do diesis minore op. 66 di Frédéric Chopin, che il compositore dedicò alla baronessa Sarah Frances d’Este. Standchen (Serenata), tratta dal secondo dei 6 Lieder op. 17 di Richard Strauss segue in cartellone, ed è marcato dal ritmo di barcarola il canto di Serenada (Serenata) ultima delle Romanze op. 63 in programma dopo il pezzo straussiano. Un ultimo estratto da un'opera è ‘affidato’ al duetto Ja ne budu, ja ne magu spat (Non dormirò, non posso dormire) che apre l’opera Guerra e Pace di Sergej Prokof’ev. La seconda delle 2 Romanze op. 56 di Rimskij-Korsakov, composta su testo del poeta Majkov e che prende il nome di Son v letnjuju noc (Sogno di una notte d’estate) chiude il corposo programma della serata.