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Cosa fare a Firenze in 36 ore, secondo il New York Times

Dal Museo dell’Opera del Duomo alla Manifattura Tabacchi. E un consiglio su dove poter scattare foto dall’alto per evitare il caos del Piazzale Michelangelo. Ecco la guida

Turisti al Piazzale Michelangelo, Firenze

Turisti al Piazzale Michelangelo, Firenze

Firenze, 6 ottobre 2023 – Cosa vedere nella nostra città in 36 ore, senza limitarsi alla Firenze più turistica? Il New York Times si è messo nei panni di un turista attento, interessato a visitare anche gli angoli meno conosciuti del capoluogo toscano. Ne è emersa una guida decisamente inusuale, in cui la ricerca delle bellezze artistiche si unisce a quella del buon cibo e dello shopping rigorosamente all’insegna dell’artigianalità.

“Mentre il turismo ritorna a livelli prepandemici in tutta Italia, i viaggiatori desiderosi di visitare Firenze si trovano ad affrontare un delicato dilemma: come vivere la grandiosità rinascimentale del capoluogo toscano pensando anche ai danni causati dal turismo di massa?”, si chiede il New York Times. Una soluzione? “Viaggiare non durante l’alta stagione”, l’ovvio consiglio che, certo, soprattutto chi ha figli che vanno a scuola potrà difficilmente recepire. Ma il New York Times va oltre, invitando i lettori ad “avvicinarsi a Firenze non come ad un parco a tema storico, ma come ad una città viva, ricca di nuovi progetti e di angoli meno battuti”.

Le mete principali

Insomma, una piccola guida al turismo sostenibile, tra il Museo dell’Opera del Duomo, il Bargello, il mercato in piazza Santo Spirito, la Manifattura Tabacchi - decisamente una new entry, - e le piccole trattorie dell’Oltrarno.

“Camminare è il modo migliore per spostarsi in centro”, si legge nell’articolo, dove si sconsiglia di usare la macchina nel cuore cittadino, “poiché la maggior parte del centro di Firenze è una zona a traffico limitato, con pesanti multe imposte ai veicoli non autorizzati”.

L’itinerario ideale

L’itinerario ideale parte dal Museo dell’Opera del Duomo. “Ammira le porte dorate del Battistero di Lorenzo Ghiberti, l'inquietante "Maddalena penitente" di Donatello scolpita nel legno e una riproduzione in scala reale della facciata originale e incompiuta della cattedrale. La più avvincente è la luminosa “Pietà Bandini”, una delle ultime sculture di Michelangelo, il cui marmo bianco brilla di nuovo dopo un restauro di due anni completato nel 2021”, si legge.

Per assaporare la cucina toscana, invece, il consiglio è quello di optare per “Dalla Lola, una piccola trattoria dell’Oltrarno”, con menu scritto a mano ispirato alla tradizione, ma con incursioni nei sapori stranieri. La sera? Il New York Times consiglia di dirigersi alla “Manifattura Tabacchi, nuovo polo culturale innovativo, sbocciato nel guscio di un’ex fabbrica di tabacco”. E poi il mercato domenicale di piazza Santo Spirito, dove vengono però erroneamente inseriti i taralli tra le specialità locali.

La mattina seguente

La mattina dopo il tour riparte all’insegna dell’arte. “Vedi un David diverso”, scrive il New York Times. “Arriva presto al Museo Nazionale del Bargello e probabilmente avrai un'udienza privata con un altro affascinante David”, si legge.

E poi lo shopping, incentrato sui prodotti degli “artigiani e designer fiorentini contemporanei” e un panino, “scelta per eccellenza per un pranzo veloce”, da Schiaccia Passera. Panini consigliati? La Passera o Le Chiavi, con pomodori secchi, carciofini, funghi e rucola, abbinato ad uno spritz agrumato della casa.

E per finire

In cerca poi di una “pausa dallo splendore rinascimentale?”. Il New York Times invita a visitare la Fondazione Palazzo Strozzi. E poi la pizza (consigliata quella di Santarpia) e, dulcis in fundo, una passeggiata notturna in centro per rimanere ammaliati di fronte alla torre di Arnolfo illuminata dai riflettori. “Uno dei modi migliori per ammirare il Battistero e la facciata neogotica del Duomo è fare una passeggiata dopo cena, quando la folla si è diradata”. Per chi infine desidera scattare una foto dall’alto, “non c’è bisogno di unirsi alle masse che affollano il piazzale Michelangelo”. Partendo da piazza Tasso, il New York Times consiglia di proseguire lungo via Villani e via di Bellosguardo “fino a un incantevole punto panoramico naturale dove il fogliame lussureggiante incornicia una vista unica”.