Firenze, 18 novembre 2024 – Un esorcismo danzato per elaborare un trauma collettivo, quello della repressione e della censura femminile attraverso i secoli, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Questo è “Red Carpet”, lavoro firmato Versiliadanza che debutterà in prima italiana sabato 23 novembre ore 21.00 al Teatro Cantiere Florida di Firenze (via Pisana 111R) nell’ambito della rassegna di sensibilizzazione contro la violenza di genere “Effetto donna – Dialoghi taciuti”, promossa sempre da Versiliadanza e giunta nel 2024 alla 5/a edizione. Come in un antico rituale si celebra la dimensione personale e collettiva del femminile, attraverso un percorso tra movimento, parola e canto ideato e interpretato dalla cantante Felicita Brusoni e dalla danzatrice Valentina Sechi. Una riflessione sulla valenza politica del corpo della donna e sul femminile come archetipo collettivo, da sempre costretto a escogitare stratagemmi per manifestarsi. Sul “Red Carpet”, metafora di esposizione pubblica formale, sfilano immagini di donne, due ma molteplici. Voce e corpo sono protagonisti in quanto oggetti di censura per eccellenza. Mentre Brusoni cerca di dar voce a chi da sempre è messa a tacere, Sechi fornisce corpo alla catarsi, in un feroce desiderio di sopravvivenza (info: www.teatroflorida.it). Il corpo in “Red Carpet” è manifesto, luogo di ribellione. La danza, principalmente affidata a Valentina Sechi, autrice contemporanea che da anni si occupa di questioni legate alle disparità di genere, è una danza politica e al contempo ancestrale. È una danza che narra il corpo che la abita e la relazione con il giudizio altrui. Parimenti importante è la componente sonora, affidata alla voce di Felicita Brusoni, soprano con radici culturali nella tradizione operistica che da più di dieci anni si occupa di musica contemporanea e tecniche estese. Facendo leva su una ricerca artistica che indaga gli aspetti della voce umana, Brusoni propone una drammaturgia acustica in cui gli aspetti del femminile si declinano in sfaccettature timbriche, imitazioni del quotidiano, vocalizzazioni astratte, tradizioni musicali proprie o altrui, reminiscenze personali. La voce è lo strumento musicale incarnato per eccellenza, e non può fare a meno di trovare continui compromessi con l’utilizzo del corpo in scena. L’uno è al tempo stesso ispirazione e limite per l’altra e viceversa, in uno scambio di suggestioni con l’obiettivo di far confluire l’esperienza individuale in una consapevolezza collettiva. Maurizio Costanzo
Cosa FareFirenze, in scena Red Carpet per la Giornata contro la violenza sulle donne