MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Firenze, la danza per ciechi si ascolta alla Biblioteca Buonarroti

Il 5 settembre nell’ambito di ‘Poesia nella città’, rassegna tra parola, musica e performance a cura di Versiliadanza

Firenze, la danza per ciechi si ascolta alla Biblioteca Buonarroti

Firenze, la danza per ciechi si ascolta alla Biblioteca Buonarroti

Firenze, 3 settembre 2024 – Tre pièce danzate per mettere a fuoco l’essere umano in relazione con l’altro, tra comunicazione, empatia e intimità. Giovedì 5 settembre continua “Poesia nella città”, a Firenze la rassegna tra parola, musica e performance giunta quest’anno alla 10/ma edizione, a cura di Versiliadanza con la direzione di Angela Torriani Evangelisti. “Amore e altre parole”, è questo il tema che connette le iniziative in programma in un ideale omaggio a Ernesto Balducci e alla sua visione di una cultura di pace. Alle 17.00 negli spazi della Biblioteca Buonarroti (viale Guidoni 188) in scena “Pornodrama_trio”, spettacolo vincitore del Bando Accessibilità 2024 promosso dal Ministero della Cultura – Spettacolo dal Vivo di e con Camilla Guarino, Giuseppe Comuniello e Sara Pranovi (interprete LIS) di Compagnia Versiliadanza; “In Equilibrio”, installazione plurisensoriale per spettatore unico firmata Compagnia Danza Estemporada da Sassari; “En Pathos – sentirsi sentiti” di e con Valentina Sechi e Luca Tomao, produzione Versiliadanza che indaga la possibilità di comprendersi. “Poesia nella città” gode del sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze nell’ambito dell’Estate Fiorentina in collaborazione con Sistema Biblioteche Comunali di Firenze, Teatro Cantiere Florida, Basilica di San Miniato al Monte, Spazio Gada (ingresso gratuito con prenotazione consigliata a [email protected] – info: www.versiliadanza.it). Entrando nel dettaglio degli spettacoli “Pornodrama trio” è frutto di una ricerca nata nel 2018 con come fulcro la trasmissione dell’arte visiva a persone cieche attraverso linguaggi capaci di restituirne la poesia, con particolare attenzione alla danza. Ne scaturisce un lavoro intimo fatto di corpi che si raccontano all’altro e parole che forse non verranno mai sentite. I performer descrivono in prima persona ciò che il proprio corpo in scena sta vivendo e percependo in relazione all’altro, al vuoto, allo spazio, al silenzio e alla voce vicina. Il pubblico spiando in cuffia o soltanto avvicinandosi agli interpreti potrà prendere parte dell’esperienza. Come quando appoggi l’orecchio sul petto di una persona per sentirne il battito. O avvicini il naso alla pelle per ascoltarne l’odore. Un linguaggio tra danza e drammaturgia, un testo che girerà in una danza fatta di relazioni. Una pluralità di voci che porteranno diversi punti di vista sulla scena. Un lavoro site specific per spazi non teatrali che si apre alla cittadinanza attraverso il coinvolgimento attivo del pubblico, consentendo la fruizione a persone ipovedenti, cieche e sorde. Avanti con “In Equilibrio”. La ricerca tra gli opposti può generare una nuova stabilità che non è altro che una nuova modalità dell’esistenza con al centro l’essere umano come parte di un mondo fatto di sensazioni, suggestioni, stimoli, coesistenze, habitat interiori. All’interno dello spazio scenografico di una clinica medica gli spettatori assistono, uno per volta, a un progetto visuale che vuole essere la “cura” per una “guarigione sociale”: un cortometraggio che ha come soggetto la trasposizione del movimento in bilico dal quale vengono generati danzatori che prendono vita sullo spazio scenico. Saranno i performer a condurre i “degenti” nel processo di “guarigione” attraverso lo spettacolo e accompagnandoli al termine verso l’uscita – e contemporaneamente l’entrata nel mondo reale – dove verrà fornito loro un braccialetto ospedaliero recante una frase che vuole essere “medicina” allo scopo di vivere l’equilibrio ritrovato. Infine “En Pathos”. Da dentro a fuori, lo stato in cui versiamo è la risultante di come noi abbiamo tradotto ciò che ci è accaduto – in parte costituito dalle nostre interazioni con gli altri. Il nostro stato è la danza della nostra vita; il modo che abbiamo di abitarla. Gli altri la vedono appena un attimo, nella nostra incoscienza, perché spesso stabiliscono/stabiliamo un contatto, senza il tempo di contemplare l’altro a sua insaputa. L’incontro ci spinge ad esprimerci e qui nasce la comunicazione. Oppure, qui ne inizia la fine; non sempre capiamo la danza dell’altro. Cerchiamo tra le sue dinamiche quelle che più somigliano alle nostre. Ignoriamo che forse, per il nostro prossimo, esse hanno un significato diverso. Dopo silenzi dettati dalla rinuncia o dalla frustrazione o dall’orgoglio, con urla all’unisono per sovrastarsi, cerchiamo disperatamente di sentirci sentiti. Ci sentiamo così facili da capire, è l’altro che decide di non volerlo fare, no? Se invece ci allontanassimo e ci mettessimo in osservazione del nostro prossimo, impareremmo la lingua per tradurlo? “Poesia nella città” continua sabato 21 settembre ore 21.30 al Teatro Cantiere Florida con “Lov&Live”, il dj set di Andy dei Bluvertigo e Lillya Wert con interventi danzati della Compagnia Versiliadanza, un appuntamento unico nel suo genere dedicato all'amore per la musica degli anni '70, ’80 e ’90 (prenotazione obbligatoria). Maurizio Costanzo