Firenze, 3 dicembre 2024 – A pochi mesi di distanza dal concerto dello scorso 10 giugno diretto da Alexander Lonquich, l’Orchestra Giovanile Italiana torna sulle scene del Maggio il 5 dicembre per un nuovo appuntamento sinfonico. Sul podio della Sala Zubin Mehta il maestro , al suo debutto al Teatro del Maggio Fiorentino. In cartellone una delle più celebri composizioni di Anton Bruckner – di cui quest’anno si celebra il bicentenario dalla nascita – ossia la Sinfonia n.5 in si bemolle maggiore. Dopo aver completato gli studi di direzione d'orchestra con Arne Hammelboe alla Royal Danish Academy of Music, Thomas Dausgaard ha frequentato la classe di direzione d'orchestra di Norman Del Mar al Royal College of Music di Londra. Dopo le masterclass con Franco Ferrara e Leonard Bernstein, è stato nominato direttore assistente con Seiji Ozawa alla Boston Symphony Orchestra, che ha lanciato la sua carriera internazionale. Come direttore ospite ha collaborato con molte delle principali orchestre del mondo, tra cui la Gewandhausorchester Leipzig, la Vienna Symphony e la Bavarian Radio Symphony, la Konzerthausorchester Berlin, la Royal Philharmonic Orchestra, la London Symphony Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe e la Bergen Philharmonic con la quale ha inciso tutte le sinfonie di Bruckner stesso. L’Orchestra Giovanile Italiana – che nel 2024 festeggia i quarant’anni di attività – nasce per volontà di Piero Farulli alla Scuola di Musica di Fiesole ed è stata tenuta a battesimo da Riccardo Muti, oltre ad essere stata invitata in alcuni fra i più prestigiosi luoghi della musica internazionale e diretta tra gli altri da Claudio Abbado, Zubin Mehta, Carlo Maria Giulini, Giuseppe Sinopoli, Piero Bellugi, Luciano Berio, Daniele Gatti e Jeffrey Tate.Tra i successi più recenti il concerto allo Young Euroclassic Festival alla Konzerthaus di Berlino e la tournée insieme a Martha Argerich nell’ambito del "Peace Orchestra Project", conclusa alla Cité de la Musique di Parigi nel settembre 2023. Nel 2004 l’Orchestra è stata insignita del prestigioso "Premio Abbiati" dell’Associazione Nazionale Critici Musicali e nel 2008 le è stato conferito il “Praemium Imperiale - Grant for Young Artists” dalla Japan Art Association. Il concerto. Composta tra il 1875 e il 1876 e ritoccata, come consuetudine dell’autore, nei due anni seguenti, la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore si pone al centro della produzione sinfonica di Anton Bruckner. Da poco più di un decennio il mite musicista austriaco aveva lasciato il silenzio delle abbazie di provincia, dove si era fatto le ossa come organista, per tentare la via del sinfonismo nella capitale. Ma sono anni difficili per Bruckner: l’ambiente musicale viennese gli è ostile e molti dei suoi lavori non vengono eseguiti. Sembra che niente basti a renderlo gradito al pubblico e alla critica - che mai ne comprenderà a fondo la grandezza finché sarà in vita - nonostante fuori patria sia osannato come il più grande organista del suo tempo e abbia anche ottenuto la prestigiosa cattedra di armonia e contrappunto al Conservatorio di Vienna. Ma Bruckner non si perde d’animo e continua a vergare fiumi di note per le sue imponenti architetture sinfoniche. La Sinfonia n. 5 era da lui stesso considerata il proprio capolavoro nell’arte del contrappunto e ascoltandola se ne ha assoluta conferma. Strutturata in quattro movimenti, preceduti da un Adagio introduttivo, la sinfonia è costruita su una fitta trama polifonica che trova la sua massima espressione nei movimenti estremi. Il Finale, soprattutto, è la celebrazione massima della complessa arte di combinare più melodie contemporaneamente. Qui Bruckner non risparmia su nulla: un’introduzione retrospettiva dei temi principali dei movimenti precedenti - su modello della Nona di Beethoven - tre temi elaborati in contrappunto e una doppia fuga sul terzo tema che sfocia in una conclusione magniloquente a piena orchestra.
Cosa FareFirenze, l’Orchestra Giovanile Italiana al Maggio in un concerto dedicato a Bruckner