Firenze, 15 dicembre 2023 – Un nuovo modo di guardare l’universo: vedere oggi le stelle, i pianeti e i loro satelliti, le comete osservate da Galileo Galilei grazie a installazioni interattive e proiezioni immersive. In occasione dei 400 anni dalla pubblicazione del Saggiatore di Galileo – il libro che ha posto i fondamenti del moderno concetto di scienza, basato sull’osservazione e sulla sperimentazione – arriva a Firenze la mostra originale “Splendori celesti.
L’osservazione del cielo da Galileo alle onde gravitazionali”, dal 16 dicembre (fino al 17 marzo 2024) nell’ex dormitorio di Santa Maria Novella. Ideata dal Museo Galileo in collaborazione con Ego-European Gravitational Observatory e prodotta con Opera Laboratori, l’esposizione costituisce una delle principali iniziative realizzate per celebrare lo storico libro dello scienziato toscano, sostenuto e pubblicato nel 1623 dall’Accademia dei Lincei, e offerto come dono augurale al neoeletto pontefice Urbano VIII. La mostra è curata da Filippo Camerota; oltre al curatore, del comitato scientifico fanno parte Massimo Bucciantini, Michele Camerota, Agostino De Rosa, Paolo Galluzzi, Franco Giudice, Vincenzo Napolano. L’esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Firenze e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell’elezione di Papa Urbano VIII e del sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Unicoop Firenze. “[Galileo Galilei] scopritore, non di nuove Terre; ma di non più vedute parti del Cielo... di quegli splendori celesti, che maggior maraviglia sogliono apportare”, si legge nel Saggiatore, nella dedica degli accademici lincei a papa Urbano VIII.
Il libro nasce da una disputa sull’origine delle comete tra Galileo e il gesuita Orazio Grassi: nell’opera venivano confutati radicalmente, in pagine destinate a rimanere memorabili, i fondamenti della filosofia scolastica sui quali poggiavano le argomentazioni del gesuita, a cui Galileo contrappose la propria concezione di una natura organizzata sulla base di rigorosi princìpi matematici che non ammettono eccezioni. Gli “splendori celesti” sono le comete e, per estensione, i nuovi mondi che il cannocchiale di Galileo permise di vedere per la prima volta nella storia dell’umanità: le montagne della Luna, le macchie solari, le fasi di Venere, i satelliti di Giove e le infinite stelle della Via Lattea.
Un nuovo sguardo sull’universo destinato a cambiare radicalmente la concezione cosmologica geocentrica a favore dell’ipotesi copernicana. La mostra adotta un approccio innovativo per raccontare la rivoluzionaria concezione galileiana della scienza e le fondamentali scoperte dello scienziato toscano, in modo da coinvolgere i visitatori di tutte le età. Per raggiungere questo obiettivo l’allestimento spettacolarizza le osservazioni telescopiche di Galileo per mezzo di installazioni immersive, realizzate dal noto studio milanese camerAnebbia, capaci di trasmettere l’emozione della scoperta. Le proiezioni sulle pareti e sulle vele a soffitto costituiranno una sorta di compendio dei temi affrontati nell’esposizione. Un’importante novità è costituita anche dalla collaborazione con Ego, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo, la casa dell’interferometro Virgo, situato a Cascina (PI), uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali al mondo, l’unico in Europa.
Ego ha curato una sala dedicata alle frontiere e al futuro della ricerca astronomica. Attraverso le lenti il cielo diventa più vicino ma al tempo stesso più grande. La lunga esplorazione visuale dello spazio prosegue oggi attraverso l’occhio dei grandi telescopi spaziali e l’orecchio degli osservatori gravitazionali. Sono le immagini catturate da queste nuove tecnologie a chiudere il quadro della grande avventura dell’esplorazione dello spazio iniziata con il cannocchiale di Galileo. La sezione finale è dedicata a tre osservatori astronomici costruiti da artisti contemporanei – le cui opere si collocano nell’ambito della Land Art – che hanno ideato architetture per fare dell’osservazione del cielo un’esperienza estetica e sensoriale: Star Axis di Charles Ross, in New Mexico (USA); La Città di Orione di Hannsjörg Voth, in Marocco; Teatro Andromeda di Lorenzo Reina, in Sicilia.
Il percorso espositivo si snoda nella grande sala dell’ex dormitorio di Santa Maria Novella e si articola in sei sezioni: Novità celesti; Le comete; Il Saggiatore: un “discorso sul metodo”; I sistemi del mondo; Oltre il visibile: l’esplorazione dello spazio profondo; Il cielo come opera d’arte: la dimensione estetica dell’osservazione astronomica.