MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Firenze, Rocco Papaleo in scena con ‘L’ispettore generale’ al teatro della Pergola

Dal 14 al 19 gennaio, insieme alla compagnia Il 15 gennaio incontrerà il pubblico

Firenze, Rocco Papaleo in scena con ‘L’ispettore generale’

Firenze, Rocco Papaleo in scena con ‘L’ispettore generale’

Firenze, 9 gennaio 2025 - Rocco Papaleo protagonista de "L’ispettore generale" al Teatro della Pergola dal 14 al 19 gennaio. Commedia degli equivoci di Gogol adattata e diretta da Leo Muscato. Il 15 gennaio, alle 18, Papaleo e la Compagnia incontrano il pubblico in teatro. Coordina Matteo Brighenti. Ingresso libero con prenotazione online al link https://tinyurl.com/incontroispettoregenerale. L’ispettore generale di Nikolaj Gogol è uno dei più grandi capolavori della drammaturgia russa. Scritto nel 1836, ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare, rivive oggi grazie all’adattamento e regia di Leo Muscato, al Teatro della Pergola dal 14 al 19 gennaio. Le musiche originali sono di Andrea Chenna, le scene di Andrea Belli, i costumi di Margherita Baldoni, le luci di Alessandro Verazzi. Una produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, TSV - Teatro Nazionale. L’opera è l’espressione emblematica del teatro gogoliano e del suo tentativo di denunciare, attraverso riso e comicità, la burocrazia corrotta della Russia zarista. È forse il testo più analizzato, criticato, incompreso, difeso, osteggiato, della letteratura russa di tutti i tempi. Gogol stesso si sentì in obbligo di scrivere diversi testi che fugassero i fraintendimenti sorti al suo debutto. Non era la prima volta che sulle scene russe venivano rappresentati gli abusi quotidiani dei burocrati statali. Ma tutti i testi precedenti erano basati sulla contrapposizione fra il bene e il male, con personaggi positivi e negativi. Ne L’ispettore generale, invece, per la prima volta, i personaggi sembravano essere tutti negativi: per gli spettatori dell’epoca questo era inconcepibile. Persino il finale appariva eccessivamente ambiguo, sia perché sulla scena non veniva esplicitato il trionfo della giustizia e la punizione dei corrotti, sia perché non era esplicitato se il vero ispettore generale, annunciato nell’ultima scena, avrebbe fatto giustizia o si sarebbe comportato come il falso revisore. Molti spettatori videro il testo come una minaccia all’ordine costituito: gli abusi dei funzionari non potevano costituire il soggetto di una commedia naturalistica, perché di certo trattavano casi particolari. Secondo quegli spettatori le opere incentrate solo sugli aspetti negativi della realtà potevano avere esclusivamente il carattere della farsa alla stregua del vaudeville. In realtà, il testo di Gogol è molto più metaforico che naturalistico. La cittadina in cui in cui irrompe a sorpresa il presunto ispettore generale non rappresenta vera località russa, ma una piccola comunità autonoma perfettamente isolata, nel quale l’autore fa confluire tutto il male osservato in Russia. Maurizio Costanzo