MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Firenze, si apre la mostra su Giovanni Galli all’Accademia delle Arti del Disegno

Dall’8 febbraio al 28 marzo a ingresso gratuito

Da sinistra: Bettarini, Nocentini, Giacosa, Sartoni

Da sinistra: Bettarini, Nocentini, Giacosa, Sartoni

Firenze, 6 Febbraio 2025 - Il disegno come alfabeto espressivo per conoscere se stesso, dare eco alla più intima aspirazione di trasformazione del proprio Io. Con questa impronta autobiografica prende vita e si potenzia il segno “dissidente” di Giovanni Galli nella mostra “Aspettando la bomba. L’Art Brut di Giovanni Galli”, promossa dall’Associazione La Nuova Tinaia per celebrare i trent’anni di attività di uno degli autori più significativi di questa arte “grezza” e autodidatta nata all’interno degli ospedali psichiatrici, e in programma dall’8 febbraio al 28 marzo presso la Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno (Via Ricasoli 68). Curato da Gustavo Giacosa, personalità eclettica e appassionata al tema dell’Art Brut, il progetto espositivo rende omaggio a un artista italiano di origini fiorentine, figura emblematica seppure ancora misconosciuta al grande pubblico, nell’ambito dei cinquant'anni de La Tinaia, punto di riferimento socio-culturale di livello internazionale. Segna, inoltre, un’occasione preziosa per dare continuità al filo narrativo avviato da Jean Dubuffet negli anni Quaranta su quel mondo enigmatico che scaturisce dall’estro puro, mai mediato e a volte perturbante, delle persone che frequentano l’arte come cura al loro disagio psichico. In tal senso, la mostra rappresenta il naturale prosieguo di quella inaugurata al Mudec di Milano lo scorso 12 ottobre - “Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider”, fino al 16 febbraio - e nella quale sono esposti, tra le altre, alcuni disegni di Galli. La “trasformazione”. Per raccontare l’opera radicale e controcorrente di Giovanni Galli, presenza costante del centro di attività espressive La Tinaia in San Salvi, sono esibiti un centinaio di lavori realizzati dal 1994 al 2020 con tecnica mista su cartoncino - spesso su entrambi i lati -, un focus significativo sulla prolifica creatività dell’autore di cui ora viene rivelata una parte sostanziale dal “quaderno” privato e quotidiano. Attraverso questa sintesi di disegni, collage e scrittura, Galli appare dialogare con sé stesso, un solipsismo che non ha in mente di rivelarsi all’esterno ma che, al contempo, non può farne a meno, accettando così il visitatore come un inaspettato voyeur. Divise in nuclei tematici, le pagine si animano alla maniera di un fumetto in cui l’artista, grazie al suo alter ego “di carta”, convoca l’idea di una bomba nucleare che gli permetterebbe di liberarsi dell’identità di genere toccata in sorte. Nel sublimare l’attesa infinita di una esplosione liberatrice, il Galli-narratore riunisce un pantheon di personaggi singolari a cui dà corpo e voce: streghe sadiche, divinità egizie e indiane, visitatori extraterrestri e persino un maialino professore di fisica nucleare. Per Galli la “bomba” è la metafora del proprio corpo imprigionato, un ordigno che ha in sé le potenzialità rigenerative tipiche dell’essere femminile, dunque uno strumento “gravido” di promesse positive. La rappresentazione del corpo umano e l’attenzione per i dettagli anatomici caratterizzano le opere di cui il testo è parte integrante, talvolta nascondendosi sotto spessi tratti di pastello. Al centro della sala, con l’intento di approfondire il tratteggio della sua cifra stilistica, sono collocati due tavoli su cui ritrovare altre opere e una varia selezione di testi che lo hanno ispirato fin dall’infanzia: disegni, copertine di fumetti e romanzi - come quelle illustrate da Carlo Jacono per i gialli Mondadori - libri, un universo di riferimenti visivi e culturali che permette a Giovanni Galli di evolversi ancora oggi, di sperimentare, infrangere codici narrativi e pittorici per porre domande “esplosive” sull’identità di genere. Nel tentativo di orientare il visitatore nella lettura della mostra e fargli conquistare la stessa prospettiva dell’artista, Gustavo Giacosa ha voluto arricchire il percorso di un ulteriore step esperienziale: su un lato della sala è stata riprodotta la postazione di Galli nell’atelier de La Tinaia, un corner per invitare il pubblico a immedesimarsi nell’atto creativo dell’autore. Chi vuole potrà completare con delle matite colorate, liberando la fantasia e il segno, la copia di un’opera e lasciare poi un commento all’elaborato. La mostra monografica “Aspettando la Bomba. L’Art Brut di Giovanni Galli” è sostenuta da Banca Ifigest, Fondazione Guignard di Losanna, Associazione SIC12 artstudio di Roma e da Unicoop Firenze, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze. Un progetto importante di divulgazione che riguarda minoranze spesso dimenticate dall’arte e che per questo proseguirà il suo viaggio oltre i confini nazionali, verso la Svizzera. Da giugno a novembre 2025 la mostra sarà allestita presso la prestigiosa Collection de l’Art Brut di Losanna. Ha dichiarato Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno: “Galli ci consente di varcare, attraverso il mezzo grafico, l'orizzonte fantastico attraverso il quale si definisce: unico abitante di un mondo gremito e irrequieto, dove segni antichi e contemporanei sembrano brevemente depositarsi per poi subito ripartire verso nuove combinazioni visive, apocalittiche o seducenti”. Gustavo Giacosa, curatore, ha aggiunto: “Senza la consapevolezza di altri artisti che si affidano o si rassegnano al motto ‘fare è sempre rifare’, per Galli affrontare la pagina bianca è ogni volta una battaglia con sé stesso, un corpo a corpo per riuscire ad avvicinarsi a quello che la sua mente gli detta. Il lavoro dell’artista fiorentino, il cui proficuo percorso artistico cominciato più di 30 anni fa nell’atelier collettivo della Tinaia lo ha portato ad essere conosciuto oltre i confini nazionali, si evolve di pari passo con le sue sperimentazioni grafiche e le sue letture”. Così Francesco Nocentini, presidente dell’Associazione La Nuova Tinaia: “Ringrazio Giovanni Galli, uomo mite, gentile e libero, potentissimo affabulatore, costruttore di storie, inesauribile disegnatore e sognatore. La sua fantasia ci dona un mondo pervaso da una incrollabile speranza di cambiamento che ha molto da insegnarci. La sua mano instancabile anima una schiera di personaggi indimenticabili che ci affiancano, ci danno suggerimenti, ci spingono a non mollare e accompagnano La Tinaia in questo 2025 per i suoi primi 50 anni”. Ha dichiarato Giovanni Bettarini, assessore alla Cultura del Comune di Firenze: “È una mostra monografica che approfondisce il percorso trentennale dell’artista fiorentino che è molto conosciuto a livello internazionale e al quale anche Firenze vuole rendere il dovuto omaggio. Un'esposizione davvero interessante che consiglio di visitare. Ringrazio il curatore Gustavo Giacosa, e ringrazio La Nuova Tinaia, atelier di attività espressive sorto all’interno dell’ex-ospedale psichiatrico San Salvi che quest’anno festeggia i cinquant’anni di attività espressive per pazienti psichiatrici con tante iniziative aperte alla città”. La Tavola Rotonda. Oltre alla mostra, primo appuntamento di un ricco calendario di iniziative per le celebrazioni del cinquantennio, La Nuova Tinaia promuove una Tavola Rotonda sabato 8 febbraio, alle ore 11, presso il proprio atelier (Via San Salvi 12, pal.33 ) dal titolo “Giovanni Galli e l'Art Brut: la creazione dissidente " cui seguirà una visita guidata del Centro a cura di Maika Cavarretta, del direttivo La Nuova Tinaia APS. L’incontro, aperto al pubblico, vede i saluti dell’assessore alla cultura del Comune di Firenze Giovanni Bettarini, della presidente dell'Accademia  delle Arti del Disegno, Cristina Acidini, e della presidente della Cooperativa G. Di Vittorio, Melina Ricci. Intervengono: il curatore Gustavo Giacosa, la direttrice Collection de l'Art Brut di Losanna, Sarah Lombardi, la responsabile UFS Salute Mentale Adulti Q2 Firenze, Debora Meloni, lo storico dell’arte Antonio Natali e il presidente de La Nuova Tinaia, Francesco Nocentini.