Firenze, 3 dicembre 2024 – Un parterre di ospiti d’eccezione – dalla star di Bollywood Babil Khan allo scrittore Perumal Murugan acclamato dal New York Times, passando da Kiran Rao, regista del film in corsa agli Oscar per l’India fino ad arrivare al regista campione di incassi Vijay Krishna Acharya – per sei giorni di cinema e incontri tra prime italiane e europee, omaggi a giganti del grande schermo, opere sperimentali e successi che hanno sbancato al botteghino. E poi le iniziative speciali: talk, cooking show, presentazioni e una mostra. Al via a Firenze il 24esimo River to River Florence Indian Film Festival: dal 5 al 10 dicembre al cinema La Compagnia (Via Camillo Cavour 50/R) e in altri spazi della città l’unica manifestazione in Italia interamente dedicata alla cinematografia e alla cultura del subcontinente indiano, con la direzione di Selvaggia Velo, in collaborazione e con il patrocinio dell’Ambasciata dell’India, sotto l'egida di Fondazione Sistema Toscana nell’ambito del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze – parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio. Con il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze e Ministry for Information and Broadcasting. Oltre 20 le opere in programma – lungometraggi, corti, documentari e web series – di cui la metà firmate da registe donne. Da non perdere “Laapataa Ladies”, pellicola selezionata per rappresentare l’India nella corsa agli Oscar che sarà presentata per la prima volta in sala in Italia dalla regista Kiran Rao. Una satira tagliente che affronta con ironia la realtà della cultura patriarcale, con protagonista la superstar Nitanshi Goel (6/12 ore 20.30). Sul carpet anche il regista Vijay Krishna Acharya, autore di alcuni tra i film campioni di incassi nella storia del cinema indiano, a Firenze col nuovo lavoro “The Great Indian Family” a cui sarà affidata in prima italiana l’apertura del festival. Un esplosivo comedy-drama interpretato dal divo Vicky Kaushal che, tra coreografie in puro stile Bollywood, affronta un tema centrale nell’India di oggi: le differenze tra popolazione hindu e musulmana (5/12 ore 20.30). A impreziosire questa edizione si aggiunge la presenza dell’astro nascente Babil Khan, figlio dell’iconico divo Irrfan Khan, al River per presentare la prima italiana del thriller “Logout” di cui è protagonista, firmato dal regista Amit Golani, sulla crescente dipendenza da device e le sue inquietanti conseguenze (7/12 ore 20.30). Tra i titoli da segnalare anche la prima europea di “Everybody Loves Sohrab Handa”, irresistibile commedia in giallo dal cast all stars firmata dal guru del cinema indipendente Rajat Kapoor, che chiuderà il festival alla presenza dell’attore protagonista Vinay Pathak (10/12 ore 20.30). E poi la prima italiana dello sci-fi distopico “Ennennum”, definito un perfetto “Black Mirror” indiano dalla giuria del Neuchâtel International Fantastic Film Festival che gli ha aggiudicato il proprio riconoscimento, alla presenza della pluripremiata regista Shalini Ushadevi (8/12 ore 20.30). Spazio al cinema del reale con una selezione di doc tra cui “Towards Self-governance” di Virendra Prabhakar Valsangkar, sul remoto villaggio di Mendha-Lekha, dove la popolazione vive in equilibrio con la natura proteggendo la foresta (10/12 ore 17.00); e a fare da contrappunto ai lustrini dei Bollywood movies “P for Paparazzi” di Divya Hemant Kharnare (prima europea, 8/12 ore 15.00) e “Dream Factory” di Aarushi Nigam (prima italiana, 6/12 ore 18.00), che osservano rispettivamente le vite dei cacciatori di celebrità e dei lavoratori dietro le quinte dell’industria del cinema di Mumbai. Non solo cinema al River to River che quest’anno presenta, per la prima volta in Italia il celebre scrittore Perumal Murugan, voce di punta della letteratura tamil, in collaborazione con libreria Brac. Autore di romanzi, poesie e saggi accolti con favore dal pubblico e dalla critica indiana, le sue opere - tradotte in molte lingue - hanno spesso incontrato la disapprovazione di gruppi religiosi e forze politiche. Murugan sarà al festival per un incontro tra letteratura e attualità, in occasione della presentazione di “Rogo” (Utopia Editore), ultima opera tradotta nel nostro paese: dura cronaca del sistema delle caste che ancora oggi continua a influenzare la vita sociale, lavorativa ed economica in India, sebbene siano state bandite ufficialmente nel 1947 (10/12 ore 18.30). E poi gli omaggi. River to River dedica un tributo al maestro del cinema hindi Raj Kapoor, celebre come il Charlie Chaplin del cinema indiano, in avvicinamento al centenario della nascita. Considerato uno dei più influenti rappresentanti della settima arte nel Subcontinente, acclamato da pubblico e critica, nel corso della carriera Kapoor è stato insignito di 3 National Film Awards, 11 Filmfare Awards e del Dadasaheb Phalke Award, il più alto riconoscimento per il cinema conferito direttamente dal governo dell’India. Il festival onorerà la sua figura riportando sul grande schermo il suo capolavoro “Awaara”, presentato a Cannes nel 1953 (8/12 ore 17.00), e il documentario “Raj Kapoor’s Loni Tunes”, uno spaccato sul mondo del grande regista narrato da Nadir Ahmed (8/12 ore 16.00). Altro anniversario importante è quello dei 30 anni dalla scomparsa dello storico delle religioni e orientalista francese Alain Daniélou. Per ricordarlo il festival propone una proiezione del documentario “Alain Danièlou-Il labirinto di una vita”, alla presenza del regista Riccardo Biadene (9/12 ore 18.30). Tra gli eventi collaterali la mostra “The Shape of Self”, un racconto intimo e potente delle comunità transgender e transessuali nei distretti urbani di Calcutta attraverso l’obiettivo dal fotografo Alessio Maximilian Schroder. Realizzata in collaborazione con fsm - Fondazione Studio Marangoni e B.east Gallery e ospitata presso quest’ultima (via di Mezzo 40/a), l’esposizione corona il progetto intrapreso da Schroder nel 2014, anno in cui la Corte Suprema indiana ha riconosciuto ufficialmente il terzo genere. Al centro dell’obiettivo persone appartenenti a diversi contesti sociali, caste e generazioni. Attivisti e attiviste, attrici, negozianti, modelle, avvocati, danzatrici, sex worker, truccatrici, dipendenti di grandi aziende, insegnanti, studentesse ritratti e ritratte con gli abiti che più li rappresentano in luoghi legati alla storia personale di ciascuno e ciascuna tra tradizione, mutamenti sociali e lotta per affermare la propria identità (vernissage il 5/12 ore 18.00, visitabile fino al 5 febbraio 2025).
Cosa FareFirenze, torna il festival di cinema indiano River to River