
Ugo De Vita
Firenze, 16 marzo 2025 - “Officina della poesia il teatro e le arti” torna alla Biblioteca delle Oblate nell’anno del settantacinquesimo anniversario della morte di Cesare Pavese. Ugo De Vita ricorderà il poeta e romanziere scomparso il 27 agosto 1950, in Sala Storica “Dino Campana” l’8 aprile alle ore 17.30. Proporrà una lectio aperta alla cittadinanza sul poeta e romanziere ed alcune letture dalle opere più significative di prose e versi.
La lezione-spettacolo sarà riproposta a Roma a Torino al Circolo dei lettori nel mese di giugno. Scrittore controverso, su cui molto si discusse in particolare negli anni sessanta e settanta, Cesare Pavese (1908-1950), è ancora oggi amato da una folta schiera di lettori ed in particolare dal pubblico dei più giovani. Vinse il Premio Strega nell’anno della morte, tuttavia non mancarono nel dopoguerra voci discordanti sulla sua scrittura. Un giovane Calvino, che da Pavese era stato sostenuto e incoraggiato, non lasciò mai negli anni seguenti esprimere grande ammirazione per lo scrittore, con il rammarico di non aver compreso l’animo e il tormento del poeta.
Ci furono pure agguerrite “censure” come da parte di un intellettuale della statura di Pier Paolo Pasolini. “Cesare Pavese è uno scrittore importante, - dice Ugo De Vita attore e docente - una delle voci più alte del nostro Novecento, un “irregolare”, che in due sole raccolte: Lavorare stanca del 1936 e Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, pubblicata postuma nel 1951, raccoglie attenzione e consenso del pubblico e la critica. È poeta di un verso “musicale”, che si presta alla lettura a voce alta, una poesia dai contrasti vivaci e metafore e allegorie ricercate”.
De Vita, Pavese è davvero un “isolato” del nostro panorama letterario? Si dice avesse cattivo carattere, cosa pensa a riguardo?
“Pavese non era un emarginato, era vicinissimo a Giulio Einaudi, aveva studiato al Liceo “D’Azeglio”, aveva conosciuto Leone Ginzburg e molte altre intelligenze degli anni venti e trenta gli erano vicine. Era antifascista. Va ricordata sua amicizia e sodalizio con Elio Vittorini con cui lavorò a mirabili traduzioni delle opere del cosiddetto “naturalismo” americano. Era, questo è vero, uomo mite e introverso, ma dal carattere difficile ma non lasciò mai di esprimere tensione civile e “dilezione” verso le parti deboli della società italiana. Le sue prose da “La luna e i falò” ai racconti sono anche nell’aspetto stilistico,scrittura feconda, piana e autentica. Le Langhe, la terra da cui proveniva, avevano segnato il suo carattere, è evidente l’amore per la madre e la sorella e il senso intimo dei lutti familiari e l’abbandono, il “confino” degli anni a Brancaleone calabro, la fuga negli ultimi anni della guerra come la scelta di nascondersi a casa con la sorella, sono questi temi esistenziali a cui declina la scrittura, il viaggio è uno tra questi e sono poi marchio distintivo della sua breve vita”.
Ci furono delle delusioni in amore…
“Tutto racconta e spiega una esistenza, che fu sofferta proprio in relazione a quegli “amori” non corrisposti, di cui ci rende partecipi. Alludo ovviamente alle passioni per Bianca Garufi e Costance Dowling”.
Pavese che cosa ci vuol dire con quel gesto estremo all’Albergo “Roma”, nell’estate del 1950?
“Sarebbe banale pensare al suicidio dello scrittore in quel torrido 27 agosto, banale ritenere che possa essere dipeso solo da un sentimento per quanto travolgente. Pavese era in preda ad una forte depressione, si sentì più solo. Viveva dunque una crisi, non era un uomo a cui un riconoscimento avrebbe potuto dare gioia vera, questo portò al suo “congedo volontario” alla vita; aveva il libro più caro sul comodino i “Dialoghi con Leucò”, che portai in scena nel ruolo di Odisseo con la regia di Trionfo nel saggio- spettacolo dell’Accademia “Silvio D’Amico, quarantacinque anni orsono davanti a Natalia Ginzburg e riproporrò alla Sala Storica alla biblioteca delle Oblate.”
Alla biblioteca delle Oblate otto aprile saranno accanto a De Vita Massimiliano Cardini, attore fiorentino dalla dizione eccellente, sempre più presente agli eventi del maestro De Vita, e poi il “Gruppo Lettura di Alice” di recente costituzione, che proporrà per la prima volta letture dalle opere di Pavese. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti.
Maurizio Costanzo