MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Firenze, va in scena Natale in casa Cupiello con maschere e pupazzi

Dal 27 al 29 dicembre al Teatro di Rifredi

Natale in casa Cupiello con maschere e pupazzi

Natale in casa Cupiello con maschere e pupazzi

Firenze, 23 dicembre 2024 - Uno spettacolo capace di emozionare, commuovere, divertire. Al Teatro di Rifredi, dal 27 al 29 dicembre, arriva un originale allestimento di Natale in casa Cupiello, omaggio all’opera di Eduardo De Filippo: una messinscena non convenzionale di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia in cui lo stesso Saccoia, diretto da Lello Serao, interagisce con i pupazzi creati da Tiziano Fario. Lo spettacolo, fedele al testo di Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo, evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo le porte all’immaginario e alla memoria di ogni spettatore. Nato da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, per la regia di Lello Serao, prodotto da Teatri Associati di Napoli/Teatro Area Nord e Interno5, con il sostegno dalla Fondazione Eduardo De Filippo e del Teatro Augusteo, lo spettacolo è un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura, nel quale l’attore Luca Saccoia si trasforma nel personaggio di Tommasino Cupiello che, dopo aver detto il fatidico “sì” alla famosa domanda del padre Luca sul presepe, rivive e fa rivivere la tradizione di quel Natale che ci accompagna da 90 anni. È un’installazione teatrale viva per un attore “cum figuris”. L’ambientazione, dunque, è quella di un grande presepe in cui si muovono l’attore e le figure animate: sette pupazzi realizzati dallo scenografo Tiziano Fario, autore dell’intera scenografia, e animati da un gruppo di manovratori costituito ad hoc per il progetto, Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Simone Di Meglio, Angela Dionisia Severino, Irene Vecchia, gruppo coordinato dalla stessa Irene Vecchia e formatosi in seguito a un laboratorio di formazione aperto ai giovani del territorio, svoltosi con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival, nell’ambito della rassegna “Quartieri di Vita” 2020. Tommasino, dunque, si fa interprete a suo modo di un rito, testimone di una rievocazione di fatti e accadimenti comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di tutta la sua famiglia. Per farlo e rendere ripetibile il rito, si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere, ancora una volta, dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del presepe. «Il presepe – così in una nota il regista Lello Serao – è l’orizzonte in cui si muove tutta l’opera, sia in senso reale che metaforico. È l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in un'umanità rinnovata e senza conflitti, ma anche la rappresentazione della nascita e della morte. È il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, la miscela tra passato e presente, un’iconografia consolidata e, al tempo stesso, da destrutturare di continuo. Il presepe si rinnova ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere o non piacere». Maurizio Costanzo