GIULIO ARONICA
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Giunti Odeon: omaggio a Gene Hackman, il braccio violento del cinema

Per celebrare la memoria del grande attore, scomparso una settimana fa, viene proiettata per la prima volta il 10 e 17 marzo la versione restaurata in 4k de "La Conversazione" di Francis Ford Coppola, vincitore della Palma d'Oro a Cannes nel 1974 e nominato tre volte agli Oscar

Verrà proiettata per la prima volta il 10 e 17 marzo la versione restaurata in 4k de "La Conversazione"

Verrà proiettata per la prima volta il 10 e 17 marzo la versione restaurata in 4k de "La Conversazione"

Firenze, 5 marzo 2025 - "Non penso a quello che lascerò, spero la gente mi ricordi come qualcuno che ha provato a fare del suo meglio". Già, perché dietro i centodue volti di un attore duttile e poliedrico come Gene Hackman, c'era la modestia dell'artigiano che vuole far bene il proprio lavoro. E dopo una settimana che ci ha lasciato in circostanze ancora non chiarite, continua ad essere difficile riassumere la sua eredità artistica: nato a San Bernardino, in California, nel 1930, ha trascorso l'adolescenza tra il corpo dei Marines e qualche corso di giornalismo e produzione, prima di entrare a ventisei anni nella Pasadena Playhouse, dove iniziò la carriera di attore. 

La Conversazione di Francis Ford Coppola
La Conversazione di Francis Ford Coppola

La prima nomination agli Oscar da non-protagonista arrivò appena dieci anni dopo per il mitico "Bonnie e Clyde": non vinse, ma la statuetta non tardò molto, perché nel 1971 William Friedkin lo impose sul red carpet hollywoodiano nel ruolo di Jimmy Doyle, il poliziotto solitario, burbero e dai metodi spicci protagonista de "Il braccio violento della legge". Duro e spietato, dagli occhi cinici e il ghigno inconfondibile dietro l'apparente calma, venne notato anche da Francis Ford Coppola, che lo diresse nei panni del paranoico e disilluso Henry Caul, esperto di sorveglianza elettronica alle prese con un caso di coscienza: "La Conversazione", premiato con la Palma d'Oro a Cannes nel 1974 e nominato tre volte all'Oscar, tornerà al Giunti Odeon il 10 e 17 marzo nella versione restaurata per la prima volta in 4k da Lucky Red. 

Da allora, la sua immagine divenne un'icona, in un crescendo di successi e popolarità: dal loser sbandato e iracondo de "Lo Spaventapasseri" (1973), dove condivide la scena con Al Pacino, al detective tormentato e raggirato Harry Moseby di "Bersaglio di notte" (1975), fino al cowboy nostalgico che aveva combattuto per il presidente Teddy Roosevelt nel western crepuscolare "Stringi i denti e vai" (1975). Negli anni Ottanta e Novanta, Hackman consolidò la sua fama interpretando personaggi indimenticabili, come il violento Segretario alla Difesa di "Senza via di scampo" (1987), l'agente federale dai modi bruschi di "Mississipi Burning" (1989), lo sceriffo sadico e intransigente Little Bill Dagget de "Gli Spietati" (1992) - per cui ottenne il secondo Oscar - e il POTUS amorale e corrotto di "Potere assoluto" (1997), ancora con Clint Eastwood. 

La sua versatilità lo spinse anche verso il comico e il fumetto: come dimenticare l'eremita cieco di "Frankenstein Junior" (1975), il supercriminale Lex Luthor, antagonista di "Superman" (1978), oppure l'estroso patriarca de "I Tenembaum" (2001)? Hackman si ritirò vent'anni fa, dopo due Oscar, quattro Golden Globes - di cui uno alla carriera - l'Orso d'Argento e perfino un asteroide - il 55397 Hackman - a lui dedicato. Come ha detto Morgan Freeman nel corso della cerimonia degli Oscar, lo ricorderemo per questo, e per tanto altro ancora.