Firenze, 13 gennaio 2025 - Dopo il successo alla 42esima edizione del Torino Film Festival, dove ha registrato il sold out a tutte le proiezioni, arriva nelle sale italiane il film Il mestiere di vivere, documentario scritto e diretto da Giovanna Gagliardo, distribuito da Luce Cinecittà che, a partire dall’ultimo frenetico giorno di vita di Cesare Pavese, mette al centro della storia l’uomo e lo scrittore, attraverso vari capitoli che raccontano i tanti mestieri da lui sperimentati. Il film sarà in programmazione al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r), dal 15 al 23 gennaio.
Evento speciale mercoledì 15 gennaio, alle ore 19.00, con la presentazione in sala del film da parte della regista Giovanna Gagliardo. Il mestiere di vivere, una produzione Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con la partecipazione di Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e il Patrocinio della Città di Torino, racconta l’intellettuale che nella sua breve vita è riuscito a ricreare un nuovo mondo letterario e culturale che ha dato identità alla seconda metà del Novecento italiano: un poeta che appena ventenne scopre la poesia narrativa, per poi cimentarsi nel romanzo breve, portare in Italia la letteratura americana e contribuire infine alla nascita della Casa Editrice Einaudi. La voce di Cesare Pavese è di Emanuele Puppio, la fotografia di Roberta Allegrini ed il montaggio di Emanuelle Cedrangolo.
“Sono nata in Piemonte, cresciuta a Torino, da più di quarant’anni vivo a Roma. Pavese, certo, l’ho incrociato nella mia adolescenza torinese e non solo” – afferma Giovanna Gagliardo a proposito del suo rapporto con Cesare Pavese -. “Ovviamente l’ho amato, l’ho letto. Ho imparato a memoria molte delle sue poesie. L’ho messo tra i ricordi di quel fruttuoso passato vissuto nella Torino irripetibile degli anni Sessanta. Ritrovarlo e rileggerlo oggi, a distanza di tanti anni, è stata per me una vera e propria folgorazione. Prendi in mano i suoi romanzi, le sue poesie, soprattutto i suoi diari e già dalle prime righe capisci che ti sta parlando del “presente”. Non del suo presente, ma del “nostro.” Mette in scena la complessità degli eventi e ti fa capire che non hai scampo. Ti costringe a non cercare risposte semplici, ti sbarra la strada se provi a schierarti. Ti mette alla prova. Lui non spiega, non suggerisce, non cerca la tua approvazione. Quel Pavese che ricordiamo frettolosamente come il poeta infelice, suicida per amore, probabilmente è molto di più. Forse è l’intellettuale scomodo che oggi ci manca, l’antipatico mai compiacente che ti complica la giornata, il magnifico compagno di viaggio che – nelle colline di Santo Stefano Belbo – ti fa intravedere il mare azzurro di Itaca. Ho lasciato un Pavese che credevo locale e generazionale, ho ritrovato uno scrittore con il respiro dei classici”.
Giovanna Gagliardo è una giornalista, regista e sceneggiatrice, attiva nel panorama culturale italiano dalla seconda metà degli anni ’70. Tra i suoi principali titoli, Maternale, Via degli specchi, Good Morning Tel Aviv, Caldo soffocante, Il riso e il pianto, L’abito di domani, Bellissime 1 e Bellissime 2. Maurizio Costanzo