MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Maggio Fiorentino, tre serate dedicate al balletto: va in scena Lac da ‘Il lago dei cigni’

Dal 16 al 18 gennaio con la coreografia di Jean-Christophe Maillot e la Compagnia Les Ballets de Monte-Carlo

LAC da Il lago dei cigni

LAC da Il lago dei cigni

Firenze, 14 gennaio 2025 – Proseguono gli spettacoli dedicati al balletto con la compagnia Les Ballets de Monte-Carlo. Dopo Roméo et Juliette, tre appuntamenti dedicati al LAC da Il lago dei cigni – il capolavoro di Cajkovskij in scena con l’aggiunta di musiche di Bertrand Maillot – in Sala Grande: il 16 e 17 gennaio alle ore 20 e il 18 gennaio alle ore 15:30. Sul podio il maestro Garrett Keast alla guida dell’Orchestra del Maggio; la coreografia è di Jean-Christophe Maillot; le scene sono curate da Ernest Pignon-Ernest e i costumi da Philippe Guillotel. Le luci sono di Jean-Christophe Maillot e Samuel Thery; la drammaturgia è di Jean-Christophe Maillot e Jean Rouaud. Protagonisti in scena, nei ruoli principali e nelle differenti rappresentazioni, diversi interpreti di Roméo et Juliette: Matèj Urban e Alvaro Prieto interpretano Il Re; Laura Tisserand è La Regina; Sua Maestà la Notte è interpretata da Mimoza Koike e Marianna Barabas; Jérôme Tisserand e Jaeyong An vestono i panni de Il Principe; Lou Beyne e Juliette Klein sono Il Cigno Bianco e Lydia Wellington e Ashley Krauhaus sono Il Cigno Nero. La parte del Confidente del Principe è interpretata da Simone Tribuna e Daniele Delvecchio; Gli Arcangeli delle Tenebre sono Jaat Benoot e Alessio Scognamiglio e Lennart Radtke e Koen Havenith. Katrin Schrader e Victoria Ananyan sono Le Vanitose; Elena Marzano è La falsa Indifferente; Le Libertine sono interpretate da Anissa Bruley e Ashley Krauhaus e da Kathryn McDonald e Ekaterina Mamrenko. Chiudono il cast principale Portia Adams e Victoria Ananyan nei panni de La Divoratrice. Lo spettacolo, che si lega naturalmente a quello appena andato in scena di Roméo et Juliette, sempre nella re-interpretazione di Jean-Christophe Maillot, si basa sul concetto che il pubblico spesso ricorda il balletto de Il lago dei cigni per il suo formidabile II atto, un vero monumento del repertorio classico immediatamente identificabile per la coreografia bianca e la celeberrima partitura di Cajkovskij; la trama stessa dell'opera sembra essere ‘svanita’ al suo interno. Da questo punto di vista si può considerare il secondo atto de Il lago dei cigni come uno dei primi esempi di balletto astratto, da contemplare senza dare troppo peso alla trama e a ciò che essa intende raccontare. Allo spettatore dunque non si chiede di analizzare, ma solo di godere della pura estetica del Lago e della bellezza di un movimento che basta a sé stesso. LAC di Maillot mette nuovamente al centro dello spettacolo la narrazione. Ne Il lago dei cigni tutto è oscuro, complicato, ricco di significati nascosti: una suggestione quella del cigno dalle profonde ed antiche radici che partono dai miti greci, nordici e russi, che nel tempo ne hanno fatto sempre un affascinante essere ibrido. Nella sua creazione Maillot sceglie di tornare al passato, ai tormenti propri della storia che è direttamente legata alle nostre paure infantili, ai terrori notturni. Queste esperienze sepolte nel profondo della nostra memoria, vengono qui risvegliate e inserite in un contesto familiare nel quale l’odio degli adulti riesce a sopraffare la benevolenza dei genitori. Il passaggio dallo stato animale a quello umano attraversa l’intera opera e ci interroga sulla nostra stessa natura. Jean-Christophe Maillot fa dunque rivivere i tormenti di una storia legata ai nostri incubi. Queste esperienze sepolte vengono resuscitate e combinate su uno sfondo familiare machiavellico usato per presentare un balletto marcato dai contrasti. Il cambiamento da animale a essere umano pervade l'intera vicenda e mette in discussione la nostra stessa natura.