MAURIZIO COSTANZO
Cosa Fare

Firenze, alla Sinagoga arriva lo scrittore Matteo Corradini al Balagan Café

Giovedì 8 agosto un nuovo appuntamento con la speciale kermesse culturale estiva, ultimo Balacinema

Sinagoga di Firenze

Sinagoga di Firenze

Firenze, 6 agosto 2024 - Ritorna a Firenze, giovedì 8 agosto un nuovo appuntamento, per il dodicesimo anno consecutivo, con il Balagàn Café. Fino al 5 settembre, il giardino della Sinagoga accoglierà ogni giovedì la speciale kermesse culturale estiva organizzata dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comitato Rete Toscana ebraica in collaborazione con il Museo ebraico di Firenze e con il sostegno della Regione Toscana. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, nell’ambito del bando artistico e culturale, oltre che inserita nell'Estate Fiorentina del Comune di Firenze, e cofinanziata dall’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Programma Operativo Città Metropolitane. Il tema scelto per accompagnare il ciclo di incontri - che culminerà con la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica 15 settembre - è: “Dove comincia la pace”. Di assoluto spessore gli incontri: l’impegno del Balagàn a generare dialogo e comprensione reciproca si articola in una serie di conversazioni, tutte fra le 20,30 e le 21,30, con figure di assoluto rilievo. Tra questi Padre Bernardo Gianni (giovedì 27 giugno), promotore della marcia silenziosa per la Pace del 23 ottobre scorso, punto di riferimento per una Firenze impegnata nel percorso della piace e del dialogo. Da Israele è intervenuta Edna Angelica Calò Livne, attivista israeliana candidata al Premio Nobel per la pace, con un incontro e una performance interattiva con il pubblico, una conversazione con Marisa Nicchi e altre aderenti a “Donne Insieme per la pace” (11 luglio). C'è stata anche la conversazione con il filosofo Davide Assael (18 luglio) e con lo storico Claudio Vercelli (25 luglio). Tra gli altri incontri quello con la celebre scrittrice e pacifista italo-israeliana Manuela Dviri (1 agosto) e lo psicologo ed esperto di lotta all’antisemitismo David Meghnagi (29 agosto). E quello con lo scrittore Matteo Corradini che si terrà giovedì 8 agosto. Nato nel 1975, è ebraista e scrittore. Pubblica con Bompiani, Rizzoli, Lapis e Erickson. Dottore in Lingue e Letterature Orientali con specializzazione in lingua ebraica, si occupa di didattica della Memoria e di progetti di espressione. Prepara reading musicali e regie teatrali. Collabora con Avvenire, con il suo inserto Popotus e con Focus Junior. Premio Andersen 2018 e 2024, Premio Leipzig 2018, Premio Primo Romanzo 2014. Dal 2010 è tra i curatori del festival scrittorincittà (Cuneo). Dal 2003 fa ricerca sul ghetto di Terezín, in Repubblica Ceca, recuperando storie, oggetti, strumenti musicali. Ha fondato il Pavel Zalud Quartet e il Pavel Zalud Trio in Italia ed è tra i fondatori del Terezín Composers Institute in Repubblica Ceca. Tra i suoi ultimi libri, i romanzi Eravamo il suono (Lapis), Irma Kohn è stata qui (Rizzoli), Se la notte ha cuore (Bompiani), i due saggi-manuali Tu sei Memoria e Noi siamo Memoria (Erickson), la cura del Diario di Anne Frank (BUR Rizzoli). I suoi libri sono tradotti da RandomHouse in Germania e da Gallimard in Francia. L'appuntamento vedrà "Chi ha lottato con l'angelo resta fosforescente (pensieri sparpagliati sulla memoria). A partire da una poesia di Maria Luisa Spaziani, un viaggio altalenante tra storie e ricordi. È possibile che una riflessione sulla memoria della Shoah coinvolga il presente fino ad annullare il tempo? Se lo domanda ogni settimana Matteo Corradini, scrittore ed ebraista, nella sua newsletter molto seguita, Noi siamo memoria. Qui presentate in versione live, le riflessioni di Corradini passano per i rimorsi della vignettista francese Coco, attraversano lo specchio di Groucho Marx nel suo film più celebre, si perdono nel bianco drammatico della guerra, “più bianco della neve”, s’invitano al compleanno di Naama, rapita, sfiorano i figli di Medea e il dolore degli altri, empatizzano, s’interrogano su nonne naziste, su pancake palestinesi, sul valore dell’identità, sui Radiohead, sui viaggi degli adolescenti nei luoghi dello sterminio. E il filo che lega ogni pensiero è la fosforescenza di chi fa memoria al presente, lasciandosi toccare dalla luce e trasmettendola a sua volta. Più fragile, più umana, più nostra. Non mancherà ovviamente la musica che completerà gli incontri con proiezioni di film e laboratori. Come esempio quanto mai eloquente un appuntamento di spicco: il Balagàn porterà a Firenze, per la serata conclusiva del 5 settembre, la celeberrima musicista Noa, voce riconosciuta nel mondo non solo per i suoi meriti artistici e la sua straordinaria popolarità, ma per l’impegno per la pace e in particolare per il dialogo fra israeliani e palestinesi. Moltissimi altri, naturalmente, gli appuntamenti di altissimo respiro internazionale. Il 18 luglio c'è stato il concerto della cantante palestinese Miriam Toukan con un gruppo di musicisti israeliani e con un concerto dedicato all'incontro fra cultura araba libanese e israeliana: “Quando si incontrano Bialik e Fayrouz”. Il 20 giugno, in apertura, si è esibita a Firenze una straordinaria formazione da Belgrado, il gruppo “Shira utfila” diretto da Stefan Sablic, band multietnica e multiconfessionale la cui musica si ispira alla ricchezza della tradizione ebraica, turco/ottomana, araba a balcanica. Il 27 giugno è stata la volta di ad uno dei massimi esperti al mondo del “ney”, strumento a fiato principe della tradizione mediorientale: giunto dalla Turchia, Aziz Senol Filiz che è stato in concerto con il toscano Ettore Bonafé e altri musicisti di assoluto spessore, in un progetto di incontro fra musiche e culture dal titolo “Jazz Anatolia”. Ma ci sarà spazio anche per un tributo a un musicista italiano fortemente legato al mondo ebraico e a Israele come Herbert Pagani, e per Enrico Fink che porterà il pubblico in un viaggio musicale attraverso la storia degli ebrei d’Italia. Giovedì 25 luglio il primo appuntamento con il Balacinema che ha visto la proiezione del film: "Rapito" di Marco Bellocchio, poi giovedì scorso 1 agosto "Savoy" di Zohar Wagner e il prossimo 8 agosto verrà proiettato "Libere, disobbedienti e innamorate" di Maysaloun Hamoud. Layla e Salma sono due giovani coinquiline arabe palestinesi che vivono a Tel Aviv. Accomunate da uno stile di vita molto libertino, condiviso con il loro gruppo di amici, anch'essi tutti arabi palestinesi, la loro vita rimane comunque ancorata alle tradizioni. Salma, originaria di Tarshiha, nasconde alla sua famiglia cristiana la propria omosessualità e declina ogni proposta di fidanzamento. Layla, avvocatessa originaria di Nazareth, si scontra con il fidanzato Ziad, che pur professandosi liberale vorrebbe che la fidanzata cambiasse stile di vita per poter essere accettata dalla famiglia. Alle due ragazze si unisce Nuur, studentessa originaria di Umm al-Fahm e che al contrario delle prime due è molto religiosa e rispettosa delle tradizioni islamiche. Il fidanzato di Nuur, Wissam, anch'egli molto religioso, non approva la convivenza di Nuur con le due ragazze e adotta nei suoi confronti un approccio sempre più abusivo, giungendo infine a stuprarla. Nuur trova quindi supporto dalle coinquiline, le quali attraverso uno stratagemma riescono a inchiodare Wissam, che viene costretto a rinunciare al fidanzamento, umiliandosi davanti al suocero. Intanto l'omosessualità di Salma viene casualmente scoperta dai genitori, i quali annunciano che non hanno alcuna intenzione di accettarla. Salma decide quindi di partire per Berlino, mentre Layla lascia Ziad.