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Michelangelo e il Potere: l'uomo, l'artista e la politica a Palazzo Vecchio

Dal 18 ottobre al 26 gennaio, la Sala delle Udienze e dei Gigli ospitano la mostra curata da Cristina Acidini e Sergio Risaliti e promossa da Fondazione Casa Buonarroti e MUS.E, che presentano oltre cinquanta opere tra sculture, dipinti, disegni, lettera autografe e calchi in gesso.

Da sx: Giovanni Bettarini, Cristina Acidini, Sara Funaro e Sergio Risaliti

Firenze, 16 ottobre 2024 - Sensibilità, conoscenza, determinazione. Raccolte dentro uno scrigno di fascino e suggestione. Sono le virtù cardinali di un percorso inedito e immersivo, che la sindaca di Firenze Sara Funaro ha inaugurato oggi nella Sala delle Udienze e dei Gigli di Palazzo Vecchio. "Michelangelo e il Potere" è la mostra curata da Cristina Acidini e Sergio Risaliti e promossa da Fondazione Casa Buonarroti e MUS.E in collaborazione con l'assessorato alla cultura guidato da Giovanni Bettarini: cinquanta opere tra sculture, dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso per ricostruire la rete di relazioni politiche del Buonarroti con papi e re, principi e cardinali, letterati illustri e filosofi.

"Non c'è stato artista che abbia avuto relazioni costanti e intime con i potenti della terra come lui - spiega il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti - Da Lorenzo il Magnifico al pontefice Paolo III, da Giulio II, il Papa guerriero, al duca di Firenze Cosimo I, la sua familiarità con la politica è sempre stata accompagnata dalla difesa della propria libertà di coscienza e dal disprezzo verso ogni forma di dispotismo: centrali, come dimostra il progetto della cupola di San Pietro realizzato negli ultimi anni in un periodo segnato da conflitti sanguinari in Europa e dalla crisi del pensiero rinascimentale e del cattolicesimo, dovevano restare l'arte e Dio, fonti inesauribili di pace e bellezza". 

A svettare nell'allestimento ideato dagli architetti Guido Ciompi e Gianluca Conte è il celebre busto di Bruto, concesso in prestito dal Museo Nazionale del Bargello e per la prima volta esposto a Palazzo Vecchio: commissionato da Donato Giannotti come omaggio al cardinale Niccolò Ridolfi, figura di spicco come lui del partito degli esuli fiorentini rimasti fedeli alla repubblica popolare dopo l'assedio dei Medici nel 1530, venne scolpito in seguito all'uccisione nel 1537 del duca Alessandro il Moro, pugnalato dal cugino Lorenzino de' Medici, detto Lorenzaccio, che venne issato come eroe della Libertas comunale. 

Un manifesto politico che apre le porte alla costellazione di ritratti di uomini e donne illustri ruotanti attorno al suo, eseguito dall'amico Giuliano Bugiardini e posizionato al centro della grande parete di Sala dei Gigli: attorno, le immagini di Girolamo Savonarola di Fra' Bartolomeo e Pier Soderini di Rodolfo il Ghirlandaio, Cosimo I in armatura di Agnolo Bronzino e Vittoria Colonna, il Cardinale Reginald Pole in conversazione con Paolo III e Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Innocenzo Cibo, ancora del Bugiardini. E poi ancora, il nucleo di disegni provenienti dalla Fondazione Casa Buonarroti, altra testimonianza dei suoi rapporti con il potere politico e religioso: dai quattro Disegni di fortificazioni, eseguiti nel corso dell'assedio di Firenze, al Torso di nudo di spalle, studio per la Battaglia di Cascina, dai Disegni progettuali per la Basilica di San Lorenzo - uno per la Basilica, l'altro per la Biblioteca Laurenziana - alla Pianta della Basilica di San Pietro, conservata alle Gallerie degli Uffizi. 

Ad arricchire l'esposizione, una sorta di gipsoteca con i calchi di alcune delle sue opere principali: come l'Angelo reggicandelabro, eseguito a Bologna sotto la protezione del nobile Francesco Aldrovandi, e il Bacco, commissionato dal cardinale Riario, nipote di Sisto IV, oppure la riproduzione in gesso della Pietà Vaticana per conto del porporato Jean Bilhères De Lagraulas, i due Schiavi - il Barbuto e il Morente - e la Notte delle Cappelle Medicee, in onore dei duchi Lorenzo e Giuliano. Tra le testimonianze indirette, sono presenti anche una copia monumentale della testa del David in Piazza della Signoria e del Busto di Michelangelo, realizzato in gesso a partire dall'originale di Daniela da Volterra.