REDAZIONE FIRENZE

Panorami mozzafiato ed escursioni sulle montagne della Toscana

Dicembre 2022 senza neve, ma la montagna regala ugualmente emozioni. Con escursioni a piedi o persino in macchina

Passo del Vestito, con affaccio sulle cave di marmo

28 dicembre 2022 - Con un clima natalizio che è più pasquale, temperature che superano i 15 gradi e neve che si trova appena appena spolverata a quote altissime, questo dicembre non offre divertimenti agli amanti di sci e snowboard. Allora niente montagna durante queste vacanze? Non scherziamo davvero, che di sport e passatempi ce ne sono tantissimi e pure senza metter mano al portafoglio: in questa fine 2022 conservarsi i soldi per quando il freddo arriverà davvero, con annessa bolletta del gas, male non fa.

La scoperta di panorami e punti di vista di una Toscana che, per quanto coperta da montagne per più di un quarto del proprio territorio, è la più sconosciuta e certo la meno associata allo stereotipo toscano, può quindi riservare grandi sorprese. Da farsi principalmente a piedi, con il trekking, ma non mancherà qualche consiglio anche per i più pantofolai, da raggiungere in macchina. Va da sé che portare in un articolo ogni vista incredibile è impossibile, neanche ad aver a disposizione un’enciclopedia; ne consigliamo dieci, uno per provincia, non perché siano i migliori, ma perché solletichino tutti alla voglia di riscoprire il bello che si ha dietro casa. Anzi, sopra casa.

Nella città metropolitana capoluogo la montagna non manca davvero: copre la gran parte della provincia Nord, dal Mugello al Valdarno, dalla Valdisieve al massiccio della Calvana, senza dimenticare a Sud i Monti del Chianti e il Montalbano. Il classico e più vicino a Firenze, a portata di tutti e raggiungibile in poche decine di minuti da tutta la città è Monte Morello con le sue tre punte, ben connesse e segnalate da sentieri Cai, che tuttavia sono in alcuni tratti particolarmente ripidi e sdrucciolevoli; ma per i più pigri, da piazzale Leonardo si ha già un bellissimo affaccio su Firenze, spaziando lo sguardo nelle giornate più pulite dai Monti del Chianti fino alla Pania della Croce sulle Apuane.

Tuttavia se vogliamo qualcosa di inconsueto, e davvero meritevole, merita arrivare alle Ripe, sopra Castagno d’Andrea: queste vette ondulate e franose sembrano uscite da un altro pianeta, qui la geolegia deve aver giocato per millenni per creare un panorama fatto apposta per stupire. Le possiamo raggiungere in un’oretta a piedi dalle già spettacolari cascate di Calabuia, lo scenario cambierà a ogni passo, attraverserà anche minuscoli borghi montanari abbandonati e distrutti.

Il massiccio di Monte Morello prosegue su quello della Calvana, che Firenze condivide con Prato: anche questa montagna, riconoscibile per il suo crinale lungo schiacciato che sovrasta a nord le due città, è ben vicina e la si può facilmente raggiungere da ambedue. In cima troveremo dei pascoli incredibili dove non di rado troveremo mandrie di mucche della tipica razza autoctona, la Calvana appunto, ma si può capitare anche in una delle ultime e rarissime di cavalli selvaggi, o per meglio dire rinselvatichiti: furono abbandonati alcuni esemplari qui nei decenni passati e si sono saputi riadattare come nel west, riproducendosi, prosperando e tornando allo stato di natura. Troveremo facilmente anche pecore ma attenzione ai loro temibili pastori… maremmani. Non sono affatto socievoli, svolgono i loro compito di guardania: non dimenticatelo mai e se li incontrate, allontanatevi senza invadere il loro territorio o tentare di accarezzarli. Il panorama mozzafiato anche qui spazia dalle Apuane (nelle giornate più cristalline di tramontana si vede addirittura brillucciacare in lontananza il mare!) fino all’Emilia e ai vostri piedi dominerete dall’alto il lago di Bilancino.

Se dici Montagna, in Toscana, la più nota è certo quella Pistoiese. Impossibile scegliere, ma un qualcosa di non troppo complesso da raggiungere, in appena un’oretta di marcia da dove si può parcheggiare e ben segnalato, è il Poggio dei Malandrini, a 1662 metri di altitudine, sopra Maresca. Anche qui la vista spazia fino al mare in lontananza, e nelle giornate più chiare si vede persino l’isola Gorgona. Se non ci basta e vogliamo salire ancora più in alto, in qualche altra ora di cammino possiamo raggiungere il Monte Gennaio, che separa dall’Emilia, superando i 1800 metri di altitudine. In estate queste praterie si riempiono di mirtilli, tanto golosi quanto spettacolari: chilometri e chilometri chiazzati di rosso dei prelibati frutti. In inverno… attenti a sedervi sull’erba: sono disseminati di migliaia di bacche non raccolte che tingeranno irrimediabilmente i vostri pantaloni.

E giungiamo così a Lucca, che insieme a Massa condivide le Apuane, montagne incredibili che precipitano in mare: inutile dire che la vista più bella qui, è sui versanti che affacciano verso il mar Ligure. La più caratteristica e che fa curiosità, perché visibile da buona parte della Toscana, è la Pania della Croce. Non è la più alta delle Apuane, con i suoi 1859 metri è solo la quarta. Ma il panorama è davvero bello, così come la sua storia: divideva i tre Stati di Lucca, Modena e il nostro Granducato di Toscana. Ma che disdetta… proprio il nostro giorno libero, è anche un giorno di maltempo e imperversa la tempesta? Lasciamo stare la camminata, ma godiamoci qualcosa di spettacolare per gli occhi comunque, magari da una bella trattoria con vetrage che vi affaccia: eh sì, perché una delle punte della Pania è il cosiddetto Pizzo delle Saette, così chiamato popolarmente perché durante un temporale, spesso vi scaricano i fulmini. Meglio non trovarcisi sopra quando il cielo promette pioggia!

A Massa Carrara non manca la scelta, ché la Lunigiana è innanzitutto aspra montagna, ma onoriamo il fatto che siamo nelle terre conosciute in tutto il mondo per il marmo: il Passo del Vestito è incredibile e traversa delle cave che lasciano a bocca aperta. Avevamo promesso qualcosa anche per chi di muovere i piedi non ne vuol sapere: bene, questa strada la potete fare pure in macchina. Va da sé che parcheggiare e fare uno tra i mille sentieri che questa zona offre, farà scoprire molti più dettagli e angoli magici, tra queste pareti modellate e squadrate da millenni di opera umana. E se è una giornata di soleggiata, non dimenticate gli occhiali da sole: il candore del marmo può fare più riflesso della neve!

Proseguiamo a sud lungo la costa: Pisa e Livorno, città marinare, verrebbe da pensare. E invece… anche qui ci sono montagne che possono riservare sorprese: il Monte Serra è la vetta più alta dei Monti Pisani, raggiungendo quota 917, permette una visione scenica di parte dell’Arcipelago Toscano. E su un promontorio a metà costa, detto Monte Verruca a quota 530 circa, c’è la suggestiva omonima rocca abbandonata, raggiungibile a piedi seppur con qualche difficoltà soprattutto per chi soffre di vertigini. Potete parcheggiare alla bella certosa di Calci e finire la giornata con una visita a questa e all’annesso museo di storia naturale.

Livorno montanara? Non proprio ma… ha il suo monte per eccellenza: il Montenero, sopra che sorge poco sopra gli scogli di Calafuria che costituiscono una tappa obbligata, se siamo in cerca di panorami mozzafiato. Sul Montenero sorge un suggestivo santuario ricco di ex voto dedicati alla Vergine, cui si attribuiscono moltissimi miracoli. Bello raggiungerlo a piedi dal attraverso sentieri e viabilità secondaria, magari passando dalla torretta del Montaccio che offre un panorama senza pari che arriva fino a Piombino.

Scendiamo ancora lungo costa e arriviamo nella provincia più meridionale. Grosseto, tra tutte, è probabilmente la provincia più incontaminata, che nell’interno offre distanze sconfinate di verde e pochissima urbanizzazione: un far west in salsa etrusca, tanto che i cow boy sono solo la copia moderna dei nostri antichi butteri. Ma proprio lungo quella costa che d’estate è sempre più permeata dal turismo e perde d’autenticità, si possono ancora trovare scenari unici. E sì, persino una montagna in mezzo al mare: è il Monte Argentario, dalla cui sommità di Punta Telegrafo a quota 635 metri sul livello del mare si domina a 360 gradi il Tirreno. Bella l’escursione che porta dal convento dei Padri passionisti, che offre anche un ristoro, scenicamente affacciato sulla laguna di Orbetello. Il panorama è incredibile: verso l’entroterra i due tomboli della Giannella e della Feniglia che delimitano la laguna, con in mezzo la penisola della cittadella, verso il mare la porzione di Arcipelago Toscano più meridionale, quella che da Montenero non abbiamo potuto vedere: il Giglio è la più vicina, ma se il cielo è pulito vediamo anche, in secondo piano, la misteriosa Montecristo e, a Sud, la piccola Giannutri, mentre a Nord l’Elba; talvolta anche la Corsica, qualcuno afferma pure di aver intravisto la Sardegna. Pianosa rimane probabilmente troppo bassa sulla linea dell’orizzonte per vedersi. Si può arrivare nei pressi anche in automobile, ma la strada è piuttosto ripida e a tratti angusta.

Reinoltriamoci nell’entroterra, travalicando quella bello e più alto monte che divide dalla provincia di Siena, l’Amiata, il quale offre invece una vista a 360 gradi sulla Toscana meridionale e l’Alto Lazio e l’Umbria: infatti da buona parte dell’Etruria possiamo, nelle chiare giornate svettare la sua croce di ferro posta sulla cima. Ma per la provincia di Siena proponiamo un cliché, perché ogni tanti ci voglio anche quelli: la Toscana di tutte le cartoline che gli stranieri mandano a casa, e non è neppure montagna ma colline. Sì, però di quelle dolci, verdeggianti (o di affascinanti nude zolle, più probabilmente in questa stagione) e soprattutto un lungo viale di cipressi che arriva a un casolare. E ci si arriva davanti in macchina, comodamente lungo la seconda statale d’Italia. Poi si dovrà pure fare la fila tra folle di turisti che aspettano il turno per fare questa foto iconica. È il Poggio Covoli lungo la Cassia a Castiglione d’Orcia, dove l’agriturismo che ne è proprietario ha saputo modellare questo panorama da quadro. Non vi basta, volete un viale con ancora più cipressi e ancora più curve sinuose, ancora più esageratamente Valdorcia? Il podere Baccoleno ad Asciano, un altro agriturismo che offre un panorama toscano che più toscano non si può.

Passiamo oltre Asciano, scendiamo al di là del crinale verso la Val di Chiana e in un battibaleno siamo in provincia di Arezzo, in una delle sue poche parti pianeggianti; e sì perché per la gran parte rimane sugli Appennini. Quelli peraltro meno conosciuti al turismo e dove è possibile trovare posti incredibili. Non basta una vita per fare tutta la sentieristica di trekking qui. Impossibile sceglierne uno, ma se dobbiamo, vogliamo mostrarvi una delle più estese foreste d’Italia, un vero patrimonio dell'umanità, antichissima opera di ingegneria forestale: quella che con pazienza, nei secoli, hanno modellato i frati a Camaldoli, in Casentino. Una semplice passeggiata, conduce dall’Eremo al Monastero in 40 minuti circa, tra boschi incredibili. E se si vuole fare una passeggiata più lunga dal convento un suggestivo sentiero porta, passando per il piccolo borgo medioevale di Serravalle, in altre tre ore circa, a Badia Prataglia, dove possiamo visitare il bellissimo arboreto Carlo Simeone, con moltissime specie di albero  rare.

CARLO CASINI